La Kme ha presentato il piano di rilancio, ma servono ammortizzatori sociali per evitare esuberi
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Nell’incontro svoltosi in data odierna presso il Ministero dello sviluppo economico l’azienda Kme ha presentato il piano industriale di rilancio, mettendo in evidenza che l’investimento complessivo ammonterà a circa 70 milioni di Euro.
I tempi di attuazione sono previsti in 18/24 mesi e prevedono anche un impianto di autoproduzione di energia elettrica, (soggetto a specifiche autorizzazioni) la creazione di un polo accademico e sull’economia circolare.
Questo permetterebbe un recupero complessivo dell’occupazione, ma ad oggi permane un esubero di 140 lavoratori sui circa 1000 addetti tra gli stabilimenti di Fornaci di Barga, Serravalle Scrivia ed il centro direzionale a Firenze, tenendo presente che gli ammortizzatori scadono nel mese di settembre.
Abbiamo messo in evidenza che il settore della metallurgia debba essere ritenuto fondamentale per un paese industriale.
Da parte del Ministero è stato fatto presente che a legislazione invariata non sono previsti ulteriori ammortizzatori sociali.
Tuttavia, ci siamo dati appuntamento al 5 luglio per un nuovo incontro presso il Ministero per capire quali soluzioni possono essere trovate in tempi rapidi volte a fare in modo di garantire un futuro solido a questo importante gruppo industriale ed evitare assolutamente licenziamenti.
Crediamo che di fronte ad una prospettiva industriale, di investimenti e di totale recupero occupazionale, considerando che questo aprirebbe anche prospettive positive per tutto l’indotto, una soluzione vada trovata, andando a capire bene anche fino in fondo le leggi in materia, ben sapendo che il tema degli ammortizzatori sociali è sempre più un tema urgente per il paese che chiama in causa direttamente il Governo.
Massimo Braccini, Coordinatore Nazionale Fiom Gruppo Kme
Mirco Rota, Coordinatore Nazionale Siderurgia Fiom Nazionale