Ieri, 17 ottobre 2023 presso il Centro Congressi Cavour di Roma, si è tenuta la seconda giornata di discussione sul rinnovo dell’integrativo Sirti, discussione avviata più di un anno fa.
Erano presenti, il coordinamento nazionale di Fim, Fiom, Uilm, le Segreterie nazionali e la Direzione aziendale.
Dopo una lunghissima discussione, durata due giorni, il tavolo si è interrotto su alcune questioni che le Organizzazioni sindacali ritengono importanti: l’utilizzo del raggio di 20 km per il pagamento del pasto in trasferta, in sostituzione del criterio del “fuori comune”, l’individuazione dello start Point per l’inizio delle prestazione lavorativa (da sostituire al piè di palo, dicitura ormai obsoleta e non più rispondente alla prestazione lavorativa, per l’evoluzione dell’attività stessa), distanze incolmabili sulla parte economica relativa all’istituto della reperibilità, alla flessibilità dell’orario di lavoro, al ticket per i lavoratori non trasfertisti, all’una tantum in sostituzione del Pdr per quest'anno, Deroghe al contratto collettivo nazionale in tema di ferie, Par e festività cadenti di domenica.
Ma la questione, che più di tutte ha messo in condizione le Organizzazioni Sindacali di interrompere la trattativa è stata la questione relativa all’una tantum, la quale ammonta a 216 euro lorde (o netti se in forma di welfare) e sono messe a disposizione solo fino al 31 ottobre p.v., dopo di che, escono dal tavolo della trattativa, perché non più nella disponibilità aziendale.
Quindi, una sorta di tempo massimo entro il quale chiudere un integrativo importante che non viene rinnovato dal 2017 e che è stato disdettato in maniera unilaterale dall’azienda.
Le Organizzazioni sindacali, hanno più volte chiesto all’azienda, nelle due giornate se era possibile aumentare quella somma, date le condizioni determinate dall’inflazione che continua ad erodere la base delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori e dal fatto che questo integrativo è fermo al 2017.
La risposta aziendale è stata negativa, allo stesso modo la questione relativa al tempo.
Fim, Fiom e Uilm, non ci stanno a fare una trattativa con la spada di Damocle che pende sulla testa e ritengono insufficiente la proposta fatta sia sulla parte economica che sulla parte normativa.
Per tutte queste ragioni, Fim, Fiom e Uilm proclamano lo stato di agitazione.
Allo stesso tempo partirà la campagna assembleare per preparare insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori le prossime azioni sindacali da mettere in campo.
Fim, Fiom, Uilm nazionali
Roma, 19 ottobre 2023