Giovedì, 28 Marzo 2024

Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati del gruppo Finmeccanica

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L'assemblea dei delegati Rsu di tutte le società del gruppo Finmeccanica, tenutasi il giorno 11 novembre 2014, unitamente alle strutture territoriali e nazionali della Fiom Cgil, ha discusso della situazione aziendale e delle prospettive industriali e occupazionali, anche alla luce dell'imminente varo del piano industriale da parte dell'amministratore delegato Mauro Moretti.

La situazione attuale viene considerata molto grave, in un'azienda che, negli ultimi anni, si è trasformata da gioiello dell'industria nazionale e internazionale, in una struttura che progressivamente ha visto impoverirsi la propria missione industriale, il management (spesso è stato scelto per le sue appartenenze e non le sue capacità), i prodotti e la capacità di presidiare i propri interessi nelle joint venture di carattere internazionale.

Debito enorme, patrimonio dimezzato e fatturato in progressivo calo, oltre alla perdita di capacità tecnologica in alcune aree, sono oggi i punti deboli da affrontare per poter ripartire con scelte e investimenti in grado di superare questo momento difficilissimo, nel tempo più breve possibile. Tutti i più importanti competitors, infatti, nel frattempo non sono stati fermi e si sono avvantaggiati sempre di più.

Per questo seguiamo con attenzione le iniziative del nuovo management del gruppo, convinti che il merito delle misure e non la tutela di vecchie posizioni di rendita, possa essere il solo metro di giudizio sull'operato di Finmeccanica.

Combattere la corruzione e le clientele, rimuovere dalle posizioni chiave aziendali i manager non all'altezza della situazione, rifocalizzare la missione industriale in modo da poter sostenere l'occupazione e la crescita professionale delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo, sono per noi gli elementi sui quali misurarsi.

A partire da qui, certamente una migliore gestione delle relazioni sindacali gioverebbe a chiarire alcuni aspetti che ci preoccupano e che potrebbero incidere in modo pesante sulla nuova Finmeccanica, sia in termini di dimensioni che di livelli occupazionali.

A questo proposito va convocato immediatamente un incontro con le OO.SS. nazionali per la verifica dello stato di avanzamento dell'analisi sulle attività del gruppo in corso di attuazione da parte della direzione.

Nell'audizione alla Commissione Industria della Camera dei Deputati, l'amministratore delegato della società ha fatto alcune affermazioni di carattere industriale condivisibili (aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo, lavorare su piattaforme proprie, aumentare la qualità delle produzioni, cercare partnership in grado di sviluppare le attività dove si ritiene di non essere in grado da soli o si pensa di non avere la dimensione giusta per competere a livello globale, razionalizzare il portafoglio prodotti).

Su questi aspetti la Fiom ritiene che la qualità delle scelte farà la differenza; ritiene inoltre che la rappresentanza degli interessi delle migliaia di lavoratrici e lavoratori altamente professionalizzati oggi presenti in Finmeccanica si potrà tutelare solo stando al merito delle scelte.

Altre affermazioni sono molto meno condivisibili, a partire dall'idea che Finmeccanica non possa avere un ruolo sociale (nessuno dei deputati presenti e nemmeno il Presidente di Commissione sono riusciti a ricordare all'A.D. il dettato costituzionale proprio sulla funzione sociale dell'impresa - art. 41 della Costituzione - valido a maggior ragione per un'azienda a controllo pubblico).

La FIOM ritiene che la razionalizzazione del portafoglio prodotti deve essere fatta partendo innanzi tutto dall'analisi e dalla eliminazione dei mali peggiori dell'azienda e non solo dal segno del conto economico.

Infatti, ci sono prodotti e programmi con grandi potenzialità che non vengono oggi sfruttate adeguatamente per incapacità del management o per le inefficienze dovute ad un’incredibile e ingiustificata filiera delle forniture e degli acquisti, e non perché il prodotto non è in grado di stare sul mercato. Si parta da qui per giudicare quello che va e quello che non va in Finmeccanica senza mai dimenticare che dietro i prodotti, ci sono i lavoratori con le loro professionalità, una ricchezza che deve essere preservata e accompagnata nella nuova missione attraverso le migliori pratiche. In un processo di riorganizzazione serio, nessuno deve essere lasciato indietro o, peggio, abbandonato!

L'assemblea dei delegati decide per questo di organizzare territorio per territorio, dove insistono siti industriali del gruppo, assemblee pubbliche con tutte le istituzioni (regioni, comuni e provincie, università, centri di ricerca, deputati e senatori, personalità del mondo scientifico), affinché si avvii un dibattito e iniziative conseguenti sul futuro di Finmeccanica e dei lavoratori, in grado di orientare anche le scelte aziendali per garantire occupazione, qualità e crescita dell'azienda, nonché per renderne le scelte industriali coerenti con il ruolo e la funzione economica e sociale di una impresa a controllo pubblico.

In questo contesto, anche la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo alle iniziative organizzate dalla CGIL, a partire dallo sciopero generale indetto per il 14 novembre a Milano e il 21  novembre a Napoli dalla FIOM-CGIL contro le iniziative del Governo, e' assolutamente importante per contrastare un'idea del lavoro che potrebbe incidere pesantemente sulle scelte di Finmeccanica. La legge di stabilità e il job's act, con la cancellazione della tutela sui licenziamenti ingiustificati, il controllo e il demansionamento dei lavoratori, sono scelte esattamente opposte a quelle che noi riteniamo utili per tutte le lavoratrici ed i lavoratori. In particolare, in una azienda come Finmeccanica dove, con le questioni che vanno affrontate e risolte, rischierebbero di rappresentare scorciatoie sbagliate per non affrontare i problemi veri, aggravando la situazione e aggiungendo all'impoverimento industriale e tecnologico del Paese, anche un disastro sociale.

Scelte che diventerebbero ancora più devastanti nel mezzogiorno, già colpito pesantemente dalla crisi e non in grado di assorbire eventuali ulteriori disastri.

 

SCELTE VECCHIE E GIÀ VISTE: NON C'È NIENTE DI NUOVO

IN QUELLO CHE È IN DISCUSSIONE IN PARLAMENTO!

 

Il governo taglia il sostegno sociale e cancella i diritti e le tutele chiamandoli privilegi ma non riesce a fare l'accordo per ripristinare il falso in bilancio e l'autoriciclaggio.

Vecchie scelte e vecchie politiche: quando si tratta di scaricare addosso ai lavoratori le scelte che si fanno, la peggior politica trova sempre il modo di accordarsi.

Il coordinamento nazionale FIOM di Finmeccanica ritiene che, al contrario, il governo, come avviene in tutti i paesi europei, debba ripartire da una adeguata politica industriale, sostenuta da investimenti pubblici, anche attraverso il suo ruolo di committente rispetto al gruppo.

Deve, in sostanza, valorizzare il patrimonio di capacità produttiva e professionalità presenti nel nostro paese, garantendo, in questo modo, i livelli occupazionali e le prospettive in tutti gli insediamenti sul territorio.

L'evoluzione della vertenza, per la sua portata, può condizionare lo sviluppo futuro dell'intero sistema industriale nazionale e quindi lo stesso modello economico e sociale del paese.

Va pertanto confermato, da parte del governo, il ruolo di motore e guida di una possibile ripresa e di un futuro sviluppo dell'intera economia nazionale rappresentati dalle attività del Gruppo Finmeccanica e dalle lavoratrici e dai lavoratori che quotidianamente con la loro professionalità ne garantiscono lo svolgimento.

 

FIOM-CGIL NAZIONALE

 

Roma, 11 novembre 2014

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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