Venerdì, 29 Marzo 2024

Lamborghini. Lettera al Presidente del Consiglio Renzi in visita allo stabilimento

Siamo le lavoratrici ed i lavoratori, operai/e ed impiegati/e, di Automobili Lamborghini.

Siamo orgogliosi di lavorare in un’azienda che, anche grazie alla contrattazione aziendale, si colloca ad un livello di assoluta eccellenza.

E’ grazie a questa importante contrattazione che ogni giorno difendiamo livelli di eccellenza sul piano dei diritti e sul piano del salario.

Pensiamo che questo modello, anche fondato su relazioni industriali improntate al rispetto reciproco e alla pari dignità tra le ragioni dell’impresa a quelle del lavoro, sia diverso dalla logica dei più significativi provvedimenti del governo negli ultimi anni: dal jobs act, alla buona scuola, alla modifica della Costituzione.

Con il Jobs Act si sono umiliati e divisi i lavoratori, e anche in questa azienda tanti operai ed impiegati (circa 300) si trovano ad avere meno diritti rispetto ai propri colleghi solo a causa del fatto di essere stati assunti dopo l’entrata in vigore del primo decreto attuativo del jobs act.

A causa delle scelte sbagliate del Suo Governo, oggi in Italia un lavoratore non ha nemmeno più bisogno di avere un contratto per poter lavorare, perché dilaga l’utilizzo dei voucher che si possono comprare in tabaccheria alla stregua di un pacchetto di sigarette.

Quelle scelte hanno oggi portato ad una crescita pari a zero, all’aumento dei licenziamenti e alla diminuzione dei contratti a tempo indeterminato.

A Bologna, nonostante ci troviamo in un’azienda che grazie ai propri risultati e agli accordi raggiunti aumenta l’occupazione a tempo indeterminato, ci sono 90.000 disoccupati iscritti ai centri per l’impiego e livelli di disoccupazione (soprattutto giovanile) con i quali questo territorio non si è mai dovuto confrontare. A tutto questo si aggiungono 2000 posti di lavoro a rischio solo nel settore metalmeccanico.

Le scriviamo anche perché non vorremmo trovarci ulteriormente umiliati dall’istituzione di un prestito bancario per poter anticipare l’uscita per agganciare la pensione.

A causa della legge Fornero abbiamo l’età pensionistica più alta d’Europa e costringere i lavoratori a indebitarsi e a tagliarsi l’assegno pensionistico per poter uscire dal lavoro qualche anno prima (magari anche per problemi di salute o perché a 65 anni non si riesce a stare in catena di montaggio) sarebbe grave e sbagliato, non contribuirebbe a creare nuovi posti di lavoro e farebbe ricadere sulle persone che lavorano un ennesimo fardello.

Pensiamo di avere il diritto di dirle tutto questo perché siamo quella parte di Paese che ogni mese paga le tasse e che tutti i giorni si alza, va in fabbrica e produce la ricchezza di tutti e tutte. Chiediamo rispetto e meritiamo di essere ascoltati. Non umiliati.

 

Sant’Agata Bolognese (BO), 23 settembre 2016

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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