Mercoledì, 09 Ottobre 2024

NAPOLI - LA CENTRALITÀ DEL LAVORO METALMECCANICO 4 ORE DI SCIOPERO CON PRESIDIO ALLA PREFETTURA

Le metalmeccaniche e i metalmeccanici stanno vivendo una condizione economica e sociale molto delicata. Sono anni che il nostro Paese vede ridursi la base produttiva e, nell’attuale fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione ecologica, digitale, energetica e tecnologica, sono mancati da parte della politica e dei governi gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’industria metalmeccanica. Per il nostro settore sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte del governo attuale e senza i quali si rischiano di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale del Paese, già caratterizzate da prospettive di particolare incertezza.

È necessario rimettere al centro il lavoro nell’industria metalmeccanica e impiantistica e fare rete tra le varie filiere produttive affinché il processo della transizione diventi un’opportunità di crescita generale del paese.

La transizione ecologica e digitale si fa con le lavoratrici e i lavoratori, altrimenti si rischia di aggravare la loro condizione già appesantita da pandemia, crisi, instabilità geopolitica e da un’inflazione a livelli record, che erode il potere di acquisto dei salari.

Fim, Fiom e Uilm si mobilitano per rivendicare il ruolo del pubblico a partire dalle responsabilità del Governo che è chiamato a produrre un grande sforzo anche in sede di Unione Europea. A maggior ragione in uno scenario internazionale nel quale Usa e Cina stanno intensificando i propri sforzi per agire un ruolo di leader nell’ambito delle tecnologie future, con un dispiegamento di risorse economiche senza precedenti.

Il Governo deve trovare una risposta alla necessità sempre più urgente di strategie e politiche industriali, di conseguenti importanti investimenti pubblici condizionati alla tenuta sociale che traguardi nuova e buona occupazione.

Negli ultimi decenni interi settori produttivi sono sostanzialmente spariti dal nostro Paese. Oggi, questa dinamica non si è arrestata e rischia di compromettere settori vitali per la nostra economia: 

  • Aerospazio: dopo aver resistito alla crisi del settore legata agli effetti della pandemia e del lockdown che hanno fatto crollare il traffico aereo civile è necessaria una politica serie a e concreta che rilanci il settore e che consenta di aggredire anche il mercato dello spazio che rappresenta un volano di crescita per la futura occupazione.
  • Automotive: sebbene abbiamo registrato un leggero aumento della produzione di auto con 400mila auto prodotte in un anno, siamo ben lontani dal livello produttivo di 1,5 milioni di auto e stiamo registrando un trend in calo costante negli ultimi 20 anni, con conseguenze sull’occupazione. I ritardi negli investimenti nella transizione ecologica, se non programmata e non gestita adeguatamente, metteranno a rischio ulteriori 70mila posti di In particolare, assistiamo a saldi negativi occupazionali per i lavoratori dell’indotto. Un settore che trascura investimenti sulla ricerca – vedi FCA enti centrali – e che esternalizza i propri servizi - vedi Fca Services - mette in discussione le prospettive del proprio futuro.
  • Gli indotti di tutte le filiere e le PMI in generale sentono ancor più forti i problemi legati alla crescita dei costi energetici. A questo va aggiunto la difficoltà di reperimento delle materie prime; un mercato del lavoro che non riesce ad offrire alle competenze forgiate nelle nostre università e che, quindi, alimenta ancora oggi il fenomeno della migrazione dal nostro territorio e spesso anche dal nostro Paese; mentre gli altri Paesi mettono in atto piani di investimenti internazionali su tecnologie green e sostenibili, nel settore metalmeccanico del nostro paese regna l’immobilismo.

È necessario un più forte ruolo dello Stato nei settori considerati strategici e ad alto contenuto tecnologico; negli ultimi anni, infatti, la carenza di microchip e altri componenti tecnologici ha fortemente rallentato la produzione industriale e la capacità di molte imprese di rispondere al mercato.

La necessità è quella di politiche industriali chiare, a partire dai tavoli di crisi aperti.

Per rilanciare il lavoro industriale chiediamo:

  • l’apertura di tavoli di confronto con le parti sociali sulle questioni e sulle filiere metalmeccaniche al centro delle difficoltà industriali;
  • l'incremento e confronto sugli investimenti pubblici e privati nei settori strategici con le necessarie garanzie occupazionali;
  • la reindustrializzazione delle aree in crisi, con piani di sviluppo territoriale che garantiscano l'occupazione;
  • l'impegno comune al confronto in sede ministeriale per l’attuazione del PNRR, come motore di sviluppo industriale attraverso piani di investimenti nel settore metalmeccanico;
  • l’attuazione di un piano di reshoring nei settori strategici per accorciare le catene di fornitura;
  • la riforma degli ammortizzatori sociali, con l’introduzione di strumenti specifici per una transizione giusta;
  • l’incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, finalizzati alla riduzione degli orari di lavoro e all’occupazione giovanile;
  • forme di valorizzazione e di sostegno del reddito da lavoro;
  • promozione della formazione per le nuove competenze e la riqualificazione;
  • valorizzazione del sistema universitario e tecnico pubblici, degli ITS;
  • intervento per aumentare la dimensione d’impresa, superare il massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.

I metalmeccanici si mobilitano e scioperano per il loro futuro e per il futuro del Paese.

In queste settimane nei luoghi di lavoro si terranno migliaia di assemblee unitarie per confrontarsi con lavoratrici e lavoratori su queste tematiche. Partendo dalle loro condizioni materiali e dalle loro aspettative.

Fim Fiom e Uilm hanno un’idea chiara di ciò che è necessario per affrontare questa fase storica molto delicata e vogliono essere ascoltate e coinvolte nelle scelte.

Per questo Fim, Fiom e Uilm provinciali proclamano

4 ore di sciopero lunedì 10 luglio 2023 in tutte le aziende metalmeccaniche del territorio con presidio presso la Prefettura di Napoli

Napoli, 30 giugno 2023

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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