Lunedì, 09 Dicembre 2024

Sideralloys. Situazione sempre più precaria, il Governo convochi urgentemente il tavolo di confronto

Quanto sta avvenendo all'interno dello stabilimento Sideralloys, sito che dovrebbe rilanciare la produzione di alluminio primario, ha del paradossale. Il tentativo di ottenere un ingente finanziamento con le garanzie Sace, si scontra con importanti problemi contingenti che portano ad una mancanza di fiducia nella Sideralloys che si riassume in questo modo:

  • Mancanza di fiducia da parte delle Organizzazioni sindacali; non più coinvolte e informate su quanto sta accadendo in stabilimento e sulle procedure che si intendono perseguire.
  • Mancanza di fiducia delle istituzioni nazionali e regionali; i continui rinvii sugli investimenti e le modifiche sui piani industriali, rendono complessi i rapporti che si dovrebbero basare su progetti seri a garanzia degli investimenti anche pubblici, dei quali Sideralloys ha potuto sinora godere.
  • Mancanza di fiducia della Forza lavoro; la mancanza di chiarezza nel futuro aziendale, i debiti accumulati, i ritardi nei pagamenti delle retribuzioni, le falsità raccontate persino nelle sedi istituzionali, stanno di fatto facendo crollare il castello di sabbia su cui si basava il rilancio dello stabilimento. Riscontrare dimissioni tra figure dirigenziali e sentire lo sconforto ed il malumore dei tecnici e delle lavoratrici e dei lavoratori, presenti in stabilimento, sono la conferma di una crescente preoccupazione, che impone a tutti una severa riflessione sul futuro della Sideralloys. Le voci continue sull'apertura della cassa integrazione, dopo un breve periodo di produzione legata alla rifusione del metallo, non fanno altro che alimentare i malesseri esistenti da tempo.
  • Fuga di fornitori e aziende di appalto; si sta realizzando una fuga di massa, tra i tanti creditori nei confronti di Sideralloys. Troppe le aziende in appalto che hanno svolto lavorazioni senza che gli venisse pagato il lavoro svolto; troppi i fornitori, che hanno perso la fiducia nell'azienda in conseguenza dei mancati pagamenti e che non forniscono più quanto serve. Una gravissima situazione che sta alimentando l'incertezza e sta peggiorando l'economicità di un territorio devastato dalla crisi.

Le OO.SS. si stanno ancora chiedendo come e dove sono stati spesi i finanziamenti inerenti l'accordo di programma sottoscritto nel 2018. Se quanto speso è giustificato da Invitalia.

È il momento di dire basta, il governo nazionale affronti l'inaffidabilità dell'azienda e ne tragga le giuste conseguenze. Avere regalato lo stabilimento ad un imprenditore non esperto in materia di alluminio si è rivelato fallimentare.

Errare è umano, non lo è perseverare.

Si lavori ad altre soluzioni, vista la dimostrata incapacità di rilancio. Al momento, al di fuori del reparto della fonderia, dove sono stati realizzati parziali investimenti, abbiamo assistito alla totale demolizione degli impianti esistenti. Impianti rottamati che hanno permesso comunque di fare cassa, di quale valore e per fare cosa?

Così come dichiarato più volte, questo stabilimento ha un senso produttivo se si intende produrre alluminio primario, attraverso il rilancio della sala elettrolisi, unico reparto da cui ottenere alluminio primario. In caso contrario ( è il caso del delle produzioni attraverso le rifusioni in fonderia), temiamo sia solo un tentativo di guadagnare tempo per spendere gli ulteriori finanziamenti richiesti, gioco al quale le organizzazioni sindacali, non vogliono partecipare in nessun modo.

Il Governo faccia chiarezza, subito!

Segreterie territoriali Fiom, Fsm, Uilm e Cub Sardegna Sud-Occidentale e Sulcis-Iglesiente

Carbonia, 26 marzo 2024

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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