Venerdì, 03 Maggio 2024

Lovato Gas. Brunetti (Fiom): mercoledì Incontro al Mise, azienda chiarisca su futuro occupazionale

 

“Siamo stati convocati la prossima settimana per un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere sul futuro della Lovato Gas di Vicenza. Mercoledì 8 novembre il gruppo Landi Renzo, proprietario dello stabilimento vicentino, dovrà chiarire, davanti alle organizzazioni sindacali e alle Istituzioni locali, quali saranno le sorti della Lovato Gas. Sono a rischio 67 posti lavoro a Vicenza e il sostanziale smantellamento del sito produttivo, ma il piano industriale prevede in tutto 146 esuberi comprendendo anche la sede di Reggio Emilia”. Lo dichiara in una nota Andrea Brunetti, Fiom-Cgil nazionale.

“La Lovato Gas rischia di chiudere i battenti con la delocalizzazione delle attività produttive di Vicenza in Polonia e in Iran. Una decisione unilaterale che la Fiom ritiene inaccettabile, trattandosi peraltro di un’azienda che negli ultimi anni ha fatto segnare fatturati in attivo e innovazione tecnologica. Per questo i lavoratori sono in sciopero e in presidio permanente davanti ai cancelli dell’azienda per impedire lo smantellamento delle linee di produzione.

Dopo la chiusura a luglio dello stabilimento Omvl di Padova del gruppo Westport-Fuel System, competitor del gruppo Landi, l’attuale annunciata chiusura della Lovato Gas arriva come un ulteriore colpo basso alle prospettive occupazionali del settore dei carburanti alternativi.  Il settore delle alimentazioni alternative pur in assenza di sviluppo di ibrido ed elettrico, rappresenta per l’Italia una eccellenza da preservare. Il 13,4 % delle nuove immatricolazioni, 200 mila veicoli ogni anno, ci pone al primo posto tra i paesi europei per veicoli ad impianti con carburanti alternativi, gran parte dei quali proprio a Gpl e Metano, per un totale che ad oggi rappresenta l’8% del parco circolante di veicoli nel nostro Paese (oltre 3 milioni di veicoli in totale).

C'è tempo fino al 6 dicembre per salvare la Lovato Gas. Auspichiamo che l'azienda riveda il piano industriale o che valuti eventuali cessioni del sito produttivo per la salvaguardia dell'occupazione e fermare l'emorragia di aziende del settore dei carburanti alternativi. In un contesto così difficile l'intervento del Ministero dello Sviluppo Economico deve essere accompagnato da una politica industriale del governo che dia ossigeno a questo settore che può essere un punto di forza del nostro paese sia dal punto di vista produttivo che dal punto di vista delle politiche ambientali, in questa fase di transizione che porterà in futuro ad un incremento sostanziale delle auto elettriche e ibride”.

 

 Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

 

Roma, 3 novembre 2017

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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