Contratto integrativo STMicroelectronics: l’azienda prova a fermare tutto ma è urgente trovare una soluzione alla vicenda Micron, ancora aperta, per impedire i licenziamenti

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IL CASO MICRON

La vicenda dei lavoratori Micron in cassa integrazione non si è ancora conclusa: sono ancora 28 (6 a Catania, 5 a Napoli, 17 ad Agrate/Vimercate) le persone da ricollocare e che rischiano il licenziamento alla fine della cassa integrazione, in aprile. L’accordo stipulato il 18 dicembre scorso, che ha prolungato fino al 23 gennaio 2015 la scadenza della mobilità, avrebbe dovuto dare margine al Governo per intervenire sulle aziende ST e Micron con l’obiettivo di azzerare gli esuberi, ma fino ad oggi la situazione è pressoché invariata.

Nell'incontro fra le aziende ed i sindacati del 3 febbraio 2015 è stato stipulato un verbale che prende atto degli impegni assunti da STM e Micron a fronte della sollecitazione del Ministero dello sviluppo economico e della Presidenza del Consiglio volta a concludere la vertenza. STM si è impegnata ad avanzare ulteriori 10 proposte di assunzione e Micron a ricercare proposte di lavoro per 18 lavoratori. I prossimi mesi dovranno essere quindi risolutivi.

Diversamente, il coordinamento nazionale e le RSU di Micron ed STM riattiveranno la mobilitazione, attuando tutte le iniziative necessarie a concludere definitivamente e positivamente, questa vertenza. L’obiettivo è ancora ESUBERI ZERO!

 

SITUAZIONE ST E AVVIO DELLA DISCUSSIONE SULL’INTEGRATIVO AZIENDALE

Mercoledì 28 Gennaio si è tenuto il primo incontro tra il coordinamento nazionale delle RSU di ST, le OO.SS. e la direzione di ST per l’avvio della trattativa per il rinnovo del contratto di 2° livello.

La direzione ha illustrato una situazione finanziaria in miglioramento per il 2015, su cui ha inciso fortemente il cambio euro dollaro, con la moneta americana rafforzata che ha permesso la massima valorizzazione dei risultati di vendita.

Pur con il fatturato in diminuzione – passato da oltre 8 miliardi di dollari nel 2013 a circa 7,4 nel 2014 – si registra un attivo di 128M$, contro un passivo di circa 500M$ nel 2013. Si prevede inoltre una crescita contenuta del mercato dei semiconduttori ed il raggiungimento anticipato dell’obiettivo “di risparmio” previsto per i prossimi mesi.

 

Alcuni fatti salienti

Il settore dei MEMS (AMS) risente della forte concorrenza e della flessibilità dei mercati, con prezzi in forte calo, ma rimane un settore profittevole. L’azienda dichiara di avere in cantiere nuovi prodotti in vista di nuove applicazioni e scenari di mercato.

Ad oggi, per i siti italiani, si prevede una buona saturazione degli impianti nel corso dei prossimi trimestri.

- La divisione digitale (EPS), nonostante la riorganizzazione e ristrutturazione (taglio di 450 dipendenti in tutto il mondo e circa 80 passaggi in Italia dalla divisione EPS alla divisione SP&A), registra ingenti perdite finanziarie - legate soprattutto al dimezzamento del settore DCG, crollato da 1492M$ nel 2013 ai 756M$ del 2014, fatto compensato solo in parte dalla crescita, pur significativa, dei Microcontrollori - ed elevati costi derivanti dalla scarsa saturazione degli impianti in Francia.

 

Avvio della trattativa

L’azienda, all’avvio della discussione sull’integrativo, pone subito due ostacoli che, a suo dire, impedirebbero di trovare soluzioni sulla parte normativa e sulla parte economica della piattaforma presentata dai sindacati: la grande quantità di esenzioni (riguardo orari e/o mansioni che si possono svolgere) fra il personale turnista ed un contenzioso sulla corretta retribuzione di alcune parti dell’orario a turni nel sito di Catania.

Le Oo.Ss. e le Rsu trovano pretestuose le motivazioni dell’azienda, e ritengono che in nessun modo possano venire usate, strumentalmente, solo per dilatare i tempi di discussione sull’integrativo:

Viene, alla fine, fissato un nuovo incontro, il 25 febbraio 2015 a Catania, per discutere delle richieste sindacali; nel frattempo, le parti cercheranno – localmente, con il contributo dei sindacati nazionali – di approfondire i temi sollevati dall’azienda, che comunque vanno rimossi dal tavolo come scuse per non discutere.

Solo con la più ampia adesione delle lavoratrici e dei lavoratori alle iniziative sindacali potremo arrivare al più presto ad un accordo che soddisfi le nostre richieste.

 

Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali

 

Roma, 5 febbraio 2015

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