Stellantis, Iveco, Cnhi e Ferrari non hanno avuto il coraggio di concludere la trattativa con la Fiom per la definizione degli aumenti del biennio economico. La ragione è che per le aziende il biennio economico è ritenuto indissolubile alla parte normativa del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro nonostante quest’ultima non era oggetto di confronto.
Le aziende hanno cercato una via di fuga davanti alla volontà della Fiom di contrattare fino in fondo nell’interesse dei lavoratori, di provare a giungere a una intesa solo sulla parte economica per migliorare le condizioni salariali. Gli scioperi messi in campo a livello nazionale e di stabilimento sono stati un supporto importante nella trattativa.
Abbiamo presentato una piattaforma chiara che oltre agli aumenti in paga base puntasse a una integrazione degli ammortizzatori sociali, ma la delegazione aziendale ha chiuso a un reale confronto.
La Fiom contratta per arrivare ad accordi coerenti con le proprie piattaforme. La Fiom non firma quello che non contratta e/o ciò che le aziende vorrebbero farle firmare. La dignità della Fiom e delle delegate e delegati è quella dei lavoratori e dipende dalla coerenza con cui quotidianamente lavoriamo per difendere il lavoro e i diritti a partire da quelli salariali. Nel merito oltre aumentare la paga base era, ed è necessario integrare la cassa integrazione, a fronte dello scarico di lavoro. Inoltre non sono state sanate le disparità economiche a parità di inquadramento. Ogni eventuale intesa sarebbe poi stata oggetto di assemblee e del voto delle lavoratrici e lavoratori.
La Fiom non si ferma. Continueremo a far vivere la contrattazione in ogni stabilimento. Le lavoratrici e i lavoratori devono sapere che trovano e troveranno sempre la Fiom con loro per affrontare le varie criticità a partire dalla drammatica situazione di mancanza di investimenti, aumento della cassa integrazione e dalla prosecuzione di un processo di progressivo svuotamento degli stabilimenti che dopo le oltre 3.700 uscite del 2024, già conta quasi altre 2.000 quest’anno.
È ora di mobilitarci per tornare al lavoro, per avere investimenti, integrare la cassa con tutti gli strumenti pubblici e privati possibili.
La Fiom è un sindacato che contratta, lotta cerca punti di equilibrio nell’interesse dei lavoratori per realizzare accordi democraticamente condivisi con i lavoratori. La Fiom non si ferma, andremo avanti insieme. Tutti i lavoratori hanno la sicurezza di avere un sindacato che garantisce i diritti.