Nella giornata di ieri presso il MIMIT, si è tenuto il secondo incontro per discutere del futuro delle Lavoratrici e dei Lavoratori dell'indotto del polo industriale di Portovesme, presente questa volta anche la Confindustria sarda ma, inspiegabilmente, assenti i due assessori al Lavoro e Industria della regione Sardegna.
Incontro ritenuto fondamentale, alla vigilia dello stesso, per dare prospettive occupazionali all'indotto e alle prospettive di ripartenza e non solo, delle fabbriche più importanti del Sulcis-Iglesiente.
Abbiamo chiesto alla Regione Sardegna, ma non ancora ottenuto, la mappatura completa delle aziende ed il numero dei lavoratori coinvolti nell’area industriale di Portovesme; auspichiamo che nel prossimo incontro ci possa essere fornito un quadro complessivo per determinarne anche la dimensione occupazionale.
Per ottenere garanzie, è però necessario mettere in sinergia le Istituzioni, nazionali e locali, e la politica e lavorare in modo tale da realizzare progetti credibili per la rioccupazione delle Lavoratrici e dei Lavoratori: occorre immaginare una visione industriale di prospettiva legata alla transizione energetica ed al recupero ambientale, anche in funzione di una “mirata” riqualificazione dei lavoratori. A tal proposito diventano ancora più importanti, ma non esaustive, le rassicurazioni ottenute dal MIMIT e dall’assessorato al Lavoro per le risorse degli ammortizzatori sociali, attraverso lo strumento delle politiche attive, a patto che siano uno strumento transitorio per arrivare a rioccupazioni certe.
Diventa quindi fondamentale conoscere sin dal prossimo incontro, fissato il 29 maggio 2025, il futuro delle fabbriche e delle produzioni nel territorio intorno a cui orbita il mondo degli appalti metalmeccanici: Alluminio, Zinco Piombo Litio, la produzione di energia ed il riciclo dei fumi di acciaieria sono state infatti dichiarate strategiche da tutte le parti politiche e istituzionali.
Su ognuna di queste c’è un alone di incertezza, un quadro incerto in cui gravitano quasi 900 lavoratrici e lavoratori dell'indotto Portovesme Srl, 309 dei quali costretti già oggi in regime di ammortizzatore sociale, i quali, unitamente a quelli dell'indotto di Enel e di SiderAlloys, meritano una risposta in tempi rapidi.
Per queste ragioni, si chiede alle istituzioni tutte, il massimo impegno possibile, ma in particolare all'assessorato al Lavoro e all'Industria, nonché alla regione Sardegna, si chiede un immediato cambio di rotta per costringere le aziende a rispettare le dichiarazioni di rioccupazione e di rilancio del territorio, che le Lavoratrici ed i Lavoratori meritano e si sono conquistati con iniziative e scioperi.
Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali
Roma, 24 aprile 2025