Italtel. Forti dubbi sulla sostenibilità finanziaria del cambio di azionariato

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Lunedì 2 maggio si è svolto al MISE l’incontro fra il Coordinamento Nazionale RSU, le segreterie Nazionali di Fim Fiom e Uilm, le strutture sindacali territoriali e l’azienda sui seguenti punti:

Relativamente al primo punto, l’Amministratore Delegato ha descritto un 2015 che ha visto un aumento del fatturato aziendale (441 milioni, +10% rispetto al 2014), ma una stabilità dei margini di guadagno, una riduzione delle spese e un lieve aumento nel costo del lavoro (dovuto in parte all’assunzione di personale nelle sedi estere).

Nel 2016 Italtel prevede un ulteriore incremento di fatturato (480 milioni circa) con un aumento dei ricavi che interesserebbe tutte e tre i settori di business della società: servizi professionali, integrazione, prodotti proprietari.

Su quest’ultimi è stata da poco istituita una Task Force, con il compito di realizzare un significativo aumento nelle vendite dei prodotti proprietari: con l’obiettivo di passare dai 42 milioni fatturati quest’anno ai 60 del 2016 (n.b. il decremento di fatturato emerso nel 2015 sui PP, sostiene l’Azienda, è in parte dovuto allo slittamento di due importanti commesse relative a Telecom Italia e al cliente francese Hub One: le commesse verranno poste a bilancio quest’anno).

Sulla commercializzazione dei prodotti proprietari sono previsti incentivi economici per i venditori che otterranno risultati superiori agli obiettivi di budget preventivati.

Prospettive interessanti potrebbero aprirsi sul mercato Iraniano. Italtel parteciperà all’ammodernamento della rete telefonica della società TCI (Telecommunication Company of Iran): l’accordo di massima dovrebbe portare a un’attività che vedrebbe impegnata Italtel per un arco temporale non inferiore ai 5 anni.

Per quanto riguarda la trattativa in corso con Exprivia, l’azienda non ha voluto fornire indicazioni chiare a riguardo. Le informazioni che al momento sono emerse indicano l’interessamento di Exprivia per acquisire la maggioranza dell’azionariato di Italtel.

Operativamente, Exprivia e Cisco parteciperebbero a un aumento di capitale riservato (80% a carico di Expriva, 20% a carico di Cisco) con contestuale intervento delle banche creditrici Italtel su due fronti: ulteriore riconversione di una parte del debito in strumenti finanziari partecipativi e dilazione nel pagamento di una parte del debito restante.

L’Amministratore Delegato considera positiva l'eventuale accordo con Exprivia perché a suo parere parte da presupposti di politica industriale e non da accordi di sola natura finanziaria, smentendo le voci di “smantellamento” della ricerca Italtel.

Contemporaneamente però l’AD ha dichiarato che per quanto riguarda la Ricerca e Sviluppo c’è un problema di efficienza di una parte delle risorse, poiché risulterebbe che questa parte abbia un rendimento inferiore rispetto agli altri lavoratori del gruppo della ricerca. Cosa che abbiamo contestato, facendo notare che, al contrario, le persone lavorano più del dovuto. Per realizzare gli ambiziosi obiettivi sui PP avrebbe più senso parlare di incremento del personale e non di altro. Sembrerebbe che questo dato sia irrilevante rispetto all’acquisizione di Exprivia.

Il Coordinamento Nazionale, le Strutture Sindacali Territoriali e Nazionali non si ritengono soddisfatte di questo incontro. Siamo preoccupati, molto, per il futuro: rimangono dubbi sulla sostenibilità finanziaria del cambio di azionariato. Exprivia, che ha chiuso il 2015 con 144 milioni di ricavi, diventerebbe, di fatto, proprietaria di un'azienda che nel 2015 ne ha fatti 441. Il Gruppo Exprivia, inoltre, ha chiuso il 2015 con una posizione finanziaria netta negativa per 36,3 milioni da 29,7 del 2014. Inoltre non vi sono indicazioni chiare sul futuro piano industriale, vi è il forte timore che ancora una volta siano i lavoratori a pagare scelte altrui, come è accaduto con la vendita Italtel ai fondi americani nel 2000.

La riconversione del personale rientrato dalla Cassa Integrazione ha visto finora la certificazione di 93 persone su 115 (81%). Permane un problema per 18 lavoratori nel gruppo che non hanno ancora ottenuto la certificazione CISCO.

Sulla sede di Castelletto il contratto di affitto scadrà nel 2018. Italtel ritiene eccessivamente oneroso il canone attuale (4 milioni) e, nel caso non si pervenga a una sua riduzione significativa concordata con la proprietà del sito, valuterà la possibilità di ricercare una sede alternativa.

Il MISE riconvocherà le parti il 6 giugno p.v., prima di qualsiasi accordo tra le due aziende, chiedendo nel frattempo a Italtel un aggiornamento costante sugli sviluppi della trattativa in corso e invitando Exprivia a un incontro al Ministero per chiarire i dubbi espressi dalle rappresentanze sindacali. Un altro incontro si terrà in Assolombarda sui prodotti proprietari nel mese di giugno.

 

Coordinamento Nazionale RSU gruppo Italtel

Segreterie FIM-FIOM-UILM territoriali e Nazionali

 

Roma, 4 maggio 2016