Jabil: passi avanti, ma non sufficienti

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Il 16 settembre si è svolto presso il ministero dello Sviluppo Economico l'incontro di verifica dell'accordo sottoscritto il 17 novembre 2014, intesa che evitava i licenziamenti e prorogava la Cassa integrazione straordinaria. L'accordo prevedeva l'impegno dell'azienda di trasferire attività dall'estero al sito di Marcianise al fine di aumentare le giornate lavorate, a fronte di un accordo di rivisitazione dell'integrativo aziendale che ha consentito di abbassare i costi. All'incontro, oltre al rappresentante del Mise, erano presenti l'assessore alle attività produttive della Regione Campania, Fim Fiom e Uilm nazionali e territoriali e la Rsu Jabil.

L'azienda, rappresentata al tavolo dal capo del personale Andrea Lo Sasso e dal country manager Clemente Cillo, ha fornito un quadro della situazione aziendale: il cliente storico di Jabil, la Nsn, come era previsto è crollato. Nonostante questo l'azienda ha aumentato il numero di clienti nel fiscal year 2015: sono diventati 13 con 5 clienti usciti e 6 acquisiti. Nel 2016 ci saranno 5 clienti nuovi e due uscite. Ad oggi le commesse più rilevanti sono quelle di Metersit con i contatori del gas, Ducati, Enel, Awelco, il cliente rientrato dall'Ucraina. Il risultato finanziario nel fiscal year 2016 si chiuderà con 48 milioni e mezzo di fatturato e una perdita operativa di 13 milioni di euro, migliorando il risultato dell'anno precedente che si era chiuso con 35 milioni di fatturato e una perdita operativa di 14 milioni.

Per quanto riguarda l'impegno di aumentare le giornate di lavoro l'azienda ha dichiarato di aver rispettato quanto pattuito: oggi le giornate lavorate da ogni dipendente sono in media, mensilmente, 10,5.

L'azienda ha però dichiarato di avere ancora più di 200 lavoratrici e lavoratori in esubero. La Jabil Circuit Italia, dopo l'accordo sull'acquisizione dello stabilimento Ericsson di Marcianise, confluito nella newco Jabil Circuit Caserta, ha aumentato gli incentivi per chi volontariamente decideva di andare in mobilità, equiparandoli a quelli che erano in vigore in Ericsson. Questo non ha sortito il risultato sperato e solo pochi lavoratori hanno accettato di lasciare l'azienda a fronte dell'incentivo. Ora la multinazionale è intenzionata a chiudere i rubinetti e a riportare l'incentivazione agli importi precedenti. Fim, Fiom e Uilm hanno dichiarato che, pur avendo mantenuto gli impegni sottoscritti, l'azienda debba impegnarsi maggiormente per acquisire nuove commesse. Riguardo all'incentivo le OO.SS. hanno chiesto all'azienda di evitare di ridurre l'importo: sarebbe semmai auspicabile, per ottenere i risultati attesi, che aumentasse.

L'azienda ha sostenuto che in base alla loro analisi la Jabil Circuit Italia dovrebbe attestarsi sulle 300 unità come prevede il loro piano industriale: non è possibile occupare tutto il personale con gli attuali 530 lavoratori in forza. Sull'incentivo hanno informato le OOSS che la decisione di tornare agli importi precedenti è partita dai vertici della multinazionale, che avrebbe deciso di investire quegli soldi altrove.

Rispetto ai vecchi clienti del gruppo Finmeccanica, che tuttora non consentono alla Jabil di partecipare alle gare, pur non essendo più nella black list, Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto al Mise di intervenire in maniera più decisa su Finmeccanica per consentire alla Jabil di essere invitata a partecipare alle gare. Hanno inoltre posto il problema delle aziende partecipate dallo Stato che nelle gare non valorizzano le imprese che mantengono la produzione in Italia. E' il caso di Enel, che acquista contatori prodotti in Cina. Sarebbe necessario che il Governo, nonostante i vincoli imposti dall'Europa al fine di garantire la concorrenza, intervenisse, affinché, almeno nelle gare della Pa o delle aziende a partecipazione pubblica, venga previsto un punteggio maggiore per le aziende che producono in Italia. Il Mise ha dichiarato che interverrà nuovamente su Finmeccanica; per quanto riguarda gli appalti ha ricordato che il Governo intende intervenire sugli appalti pubblici ma che per le gare ci sono vincoli stringenti.

Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto anche alla Regione Campania di attivarsi per garantire continuità e sviluppo all'ultimo grande gruppo di elettronica presente in Italia. L'assessore Lepore ha illustrato al tavolo le iniziative della Regione che sta cercando di anticipare i finanziamenti per l'attuazione dell'agenda digitale. Si è resa disponibile a verificare la possibilità di sottoscrivere un accordo di programma su determinati programmi di intervento, qualora l'azienda fosse interessata. L'azienda ha assicurato che verificherà con la Regione la fattibilità di un percorso di questo tipo.

Per quanto riguarda la gestione di eventuali ulteriori esuberi nel 2016 ha dichiarato che sta verificando quali ammortizzatori sociali utilizzare a fronte delle modiche normative intervenute nelle scorse settimane.

Fim, Fiom e Uilm valutano positivamente che l'azienda, pur nelle difficoltà di mercato, abbia aumentato sia i clienti che il fatturato e abbia ridotto, seppur di poco, le perdite. Proprio per questo Fim, Fiom e Uilm ritengono che questo risultato debba andare nella direzione della modifica di un piano industriale che continua a prevedere che l'azienda si attesti su 300 unità. Fim, Fiom e Uilm rigettano quest'impostazione: chiedono di lavorare sul rilancio della produzione, anche con l'aiuto del Mise e della Regione, e che si continui a gestire gli esuberi in maniera non traumatica.

Fim, Fiom e Uilm incalzeranno nei prossimi mesi l'azienda e la regione Campania al fine di verificare la possibilità di mettere in campo strumenti regionali finanziati per il rilancio dell'azienda, provando a puntare su un salto di qualità della multinazionale, che nei mesi scorsi ha dichiarato di volersi proporre anche come un'azienda che può offrire soluzioni di progettazione, ingegnerizzazione del prodotto e prototipazione.

Fim, Fiom e Uilm dichiarano fin d'ora che respingeranno qualsiasi proposta che non vada nella direzione della gestione condivisa e del recupero di tutti gli esuberi rimasti.

Le parti si sono date un nuovo appuntamento per un'ulteriore verifica a fine novembre, sempre presso il ministero dello Sviluppo Economico.

 

FIM-FIOM-UILM NAZIONALI

 

Roma, 21 settembre 2015