Giovedì, 25 Aprile 2024

Alstom Italia. Il futuro preoccupa

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Il giorno 27 gennaio presso l'Assolombarda a Milano, si è tenuto un incontro tra l'Alstom Italia e il Coordinamento Sindacale Fim, Fiom e Uilm. Si è trattato del primo incontro svolto dopo la cessione delle attività nel campo dell'"energia" a General Electrics ed è quindi stato focalizzato esclusivamente sulla nuova configurazione di Alstom nel mondo e in Italia, concentrata nelle attività "ferroviarie".

L'Amministratore delegato di Alstom Italia ha illustrato la nuova struttura di Alstom, pur non potendo ancora comunicare dati di bilancio: in particolare la nuova Alstom a livello globale ha ricavi che provengono per il 45% dal materiale rotabile, il 23% dalle attività di service e manutenzione, il 20% dal segnalamento e il 12% dalle soluzioni integrate, in Italia occupa 2.700 persone e nell'anno fiscale 2015/2016 ha fatturato "un po' meno" dei 1.085 milioni fatturati nell'anno fiscale concluso a marzo 2015.

Per quanto riguarda le prospettive future, Bertinà non ha nascosto le sue forti preoccupazioni per l'Azienda in Italia alla luce degli importanti cambiamenti che si sono registrati:

  • tra i produttori nazionali, ormai tutti di proprietà straniera, la Bombardier, terminata la produzione di "loco", non potrà che voler aggredire l'unico mercato italiano "disponibile", quello dei "regionali" e parimenti si dovrebbe comportare Hitachi;

  • il cambio al vertice di "Trenitalia" fa presupporre un cambio di strategia, ma non si hanno indicazioni precise al riguardo;

  • la gara per i treni regionali ha, di fatto, bloccato il mercato italiano e questo crea ulteriore incertezza.

In questo contesto, l'Alstom a livello mondiale, in assenza di vincoli per il "contenuto nazionale di lavoro" richiesto dal cliente (pratica adottata nei Paesi emergenti, negli USA, ma diffusa anche in Europa in modi diretti e indiretti, si vedano per esempio gli annunci in tal senso del Premier inglese Cameron) potrebbe decidere di sviluppare una buona parte delle eventuali commesse acquisite in Paesi a più basso costo del lavoro. E questo può comportare seri problemi occupazionali per il sito di Savigliano e per l'occupazione in Italia.

Per questo la Direzione dello stabilimento di Savigliano, ha affermato che occorre anche aumentare la produttività e ridurre i costi, anche alla luce della competizione interna allo stesso Gruppo Alstom, riducendo così il differenziale tra il costo italiano e quello polacco, come? A questa domanda l'Azienda non ha risposto.

Da questo punto di vista, la gara per l'accordo quadro per i treni regionali, ripartita i 3 prodotti: alta frequentazione, media frequentazione e diesel, prevede un volume complessivo di 500 treni, ma - di fatto - riguarda concretamente 47 treni a media capacità e 31 ad alta capacità (che poi sono i treni che interessano l'Emilia Romagna, per i quali sarebbero stati stanziate le risorse), mentre per i "diesel" non sono neppure previsti lotti minimi.

Questo significa che da un lato i volumi di ordini non sono quelli annunciati ma che dall'altro l'Emilia Romagna, unica regione che ha stanziato le risorse per i treni regionali, non li avrà a disposizione prima del 2019/2020.

Sono stati inoltre chiesti chiarimenti sulla decisione, anticipata alla RSU nel pomeriggio del giorno precedente all'incontro, di considerare dall'anno fiscale 2016/2017 lo stabilimento di Sesto San Giovanni come sito di Service e non più di progettazione e produzione. Così come sono stati chiesti i tempi per l'integrazione del sito di segnalamento acquisito dalla General Electrics a Firenze. Su entrambe le questioni la Direzione aziendale si è impegnata a fornire risposte nel prossimo incontro fissato per il 26 febbraio.

Il Coordinamento sindacale Alstom Italia, ascoltate le comunicazioni aziendali esprime la propria preoccupazione per il futuro del sito di Savigliano legato all'acquisizione delle commesse sui treni regionali ma anche all'attenzione che porranno i committenti pubblici al contenuto nazionale di lavoro nei prodotti che si acquistano così come esprime preoccupazione per il cambiamento di missione produttiva del sito di Sesto San Giovanni che rischia di subire impatti occupazionali, se limitato alle sole attività di service e manutenzione e altresì dichiara la propria forte attenzione al processo di integrazione che riguarderà il segnalamento.

 

Il Coordinamento Fim, Fiom, Uilm Alstom Italia

 

Milano, 3 febbraio 2016

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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