Lutech scarica 22 lavoratrici e lavoratori

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Si è tenuto ieri il primo incontro previsto dalla procedura di cessione di ramo d’azienda per le lavoratrici e i lavoratori per i quali Lutech non vede un futuro in azienda.

Nonostante gli ottimi risultati, Lutech, che occupa 1300 addetti, non trova soluzioni interne per 22 persone. No alla riqualificazione professionale, no agli affiancamenti, l’unica soluzione prospettata è cedere le 22 risorse, non allocate, ad una società terza amministrata da una 21 enne che annovera altre società sotto la propria guida. Ci sarebbe da pensare che la Lutech abbia scoperto la Silicon Valley nostrana se non fossimo invece preoccupati per il futuro occupazionale delle persone impattate da un’operazione nella quale non passa uno straccio di attività.

Ad oggi infatti gli assetti societari dell’azienda che dovrebbe ricevere le lavoratrici e i lavoratori, lungi da tranquillizzare la delegazione sindacale, rappresentano una situazione di ulteriore fragilità: una società giovanissima, controllata al 51% da una società in crisi. Alle richieste di chiarimenti e di approfondimenti la società ricevente ha risposto dicendo: faremo lavorare le persone, abbiamo aggiornato gli assetti societari: vi basti questo.

Vedremo se nel prossimo incontro ci saranno le condizioni per chiarire il reale stato dell’impresa documentazione richiesta alla mano.

Intanto è evidente che la responsabilità dei rischi che le lavoratrici e i lavoratori dovessero correre è imputabile solo ed esclusivamente alla Lutech che ha il dovere morale di trovare soluzioni che tutelino il proprio personale, nessuno escluso.

La richiesta è chiara e ineludibile: le lavoratrici e i lavoratori siano ricollocati all’interno, viceversa Lutech sia garante in un’operazione che giudichiamo a dir poco nebulosa e si attivi con una clausola di salvaguardia delle lavoratrici e dei lavoratori a suo carico.

La Lutech infatti non può pensare che la garanzia di due anni di retribuzione possa essere sufficiente a soddisfare le tante preoccupazioni dei lavoratori e del sindacato. Le stesse modifiche degli asset di Open Smart Services fanno comprendere nella pienezza che abbiamo fatto bene a non accettare il passaggio un anno fa e che le cose nell'arco dei due anni possono ancora modificarsi....e non è detto che lo facciano in meglio.

Per queste ragioni la Fiom chiede un incontro urgente all’amministratore delegato di Lutech, pronti ad indire tutte le necessarie azioni di lotta per salvaguardare il futuro delle persone coinvolte.

Fiom-Cgil nazionale

Roma, 11 maggio 2022

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