Petrolchimico. La Fiom con i chimici in presidio davanti alle prefetture per il futuro dei lavoratori degli appalti Eni

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Nella giornata di oggi è previsto un incontro al Mise con gli assessori alle attività

produttive dell’Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, il Ministro e la Direzione di Eni al fine di discutere sul futuro della chimica di base dopo l’annunciata chiusura del
cracking di Porto Marghera.

Eni a più riprese ha teso a rassicurare lavoratori, istituzioni, imprese in appalto e sindacati sulla continuità delle produzioni, attraverso investimenti che avrebbero garantito la continuità della fornitura di materie prime indispensabili alle attività dei petrolchimici del quadrilatero di Marghera, Mantova, Ferrara e Ravenna, anche dopo la chiusura.

La rassicurazione al momento è stata solo a parole e il 31 marzo, data nella quale è previsto lo stop alle produzioni, è alle porte.

Gli investimenti sono stati disattesi e non si vede ancora nulla di concreto che possa dare garanzie ai lavoratori delle imprese coinvolti nel processo di conversione ecologica tanto utilizzato come specchietto per le allodole ma in pratica non ancora cominciato.

Per la Fiom è necessario discutere del futuro delle attività di manutenzione e dei lavoratori in appalto, e per questo sostiene e partecipa ai presidi organizzati dalle categorie dei chimici dinanzi alle Prefetture per chiedere di essere ricevuti dai Prefetti.

La Fiom ritiene indispensabile coordinarsi e lottare con tutte le altre categorie dei lavoratori presenti nei siti interessati dalle trasformazioni in atto, a partire dai chimici cui spetta la titolarità contrattuale con Eni, con l'obiettivo di rafforzare l'azione sindacale e garantire lavoro, tutele e diritti a tutti i lavoratori della chimica, qualsiasi sia il contratto loro applicato.

Ufficio stampa Fiom-Cgil nazionale

Roma, 23 marzo 2022

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