Fiom Siracusa. Ancora un incidente sul lavoro nel Petrolchimico Siracusano

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Il giorno 1 ottobre 2019 alle 10 presso l’impianto CTE ISAB Sud un ennesimo incidente ha coinvolto un operaio della RICHARDSON che trasportato presso l’ospedale Umberto I° ha subito l’amputazione di un dito. Questo incidente ripropone ancora una volta dubbi sulle reali condizioni di sicurezza in cui sono costretti a operare i metalmeccanici Siracusani. Spesso non denunciati si registrano numerosi incidenti o mancati incidenti che ripropongono, per la crescente frequenza il problema della sicurezza in un’area dove da decenni l’equilibrio economico si regge su uno scambio impari tra industria e territorio, un rapporto passivo alle politiche delle multinazionali della chimica e della raffinazione che impunemente in questi ultimi decenni hanno colonizzato l’intero territorio.

Parto da queste considerazioni, che manifestano il degrado e l’insicurezza strutturale del contesto Siracusano, perché sono convinto che dietro ogni incidente, dietro ogni mancato incidente, dietro ogni morte sul lavoro, ci sia sempre lo sfruttamento e la condizione di subalternità dei lavoratori alle logiche e agli interessi delle imprese.

Nel Siracusano le imprese metalmeccaniche che operano nella manutenzione degli impianti hanno consapevolmente accettato, in nome del mercato, un sistema di appalti dove è la committente che fissa al ribasso un costo del lavoro che genera instabilità in un sistema imprenditoriale che per realizzare profitto continua a tagliare diritti e ad eludere leggi in una delirante visione neoliberista. Uno scenario complesso che premia spesso l’azienda meno qualificata o quella che garantisce ritmi di lavoro sempre più alti, dove l’assenza di formazione adeguata sulla sicurezza, un’evidente debolezza del mondo del lavoro insieme alla costante destrutturazione dei processi di manutenzione rappresentano fattori di rischio inaccettabili per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Fattori di rischio, che per l’implicazione che hanno sulla vita di uomini e donne vanno contrastati con una vertenza generale che scardini gli elementi di questo sistema. Occorre costruire un percorso complessivo e vincolante che costringa la politica, il sindacato e tutte le forze sociali in un’azione concreta per la riconquista di una centralità nel sistema complessivo di prevenzione dei rischi. Occorre esigere controlli che oggi non sono eseguiti da parte delle istituzioni, realizzare strutture territoriali che esercitino una costante azione di monitoraggio e denuncia, occorre costruire condizioni di legalità reale esercitando ognuno il proprio ruolo con coerenza e fermezza.

Occorre mettere in campo azioni concrete in un conflitto sociale che si preannunzia duro, dove sarà necessario esprimere posizioni chiare per contrastare una crisi dilagante e affermare una stagione rivendicativa che costruisca le condizioni reali per ridare al lavoro la dignità, la sicurezza e la civiltà che merita.

 

Fiom-Cgil Siracusa

Suiracusa, 1 ottobre 2019

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