Leonardo Divisione Elicotteri e Velivoli. Necessario tutelare le attività della Divisione velivoli di Venezia

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Il 9 novembre scorso si è riunito il gruppo dirigente Fiom del plesso Leonardo di Venezia (Divisione Elicotteri e Velivoli) e della partecipata Superjet International con la presenza della Fiom territoriale e della Fiom nazionale  per fare un’analisi della situazione in essere e delle prospettive a breve e medio periodo.

Presso il sedime aeroportuale di Tessera Venezia sono presenti due divisioni di Leonardo, Velivoli ed Elicotteri, con una popolazione aziendale rispettivamente di 170 e 280 dipendenti circa. La divisione Elicotteri, ex Agusta Westland, si è insediata sul territorio nel 2010 come principale Hub per l’allestimento/montaggio dell’NH90 un elicottero progettato e sviluppato dal consorzio NHIndustries.

La divisione Elicotteri ha potuto contare, fin dall’inizio dello sviluppo della macchina, su importanti ordinativi per l’esercito/marina olandese, norvegese e italiano, quest’ultimo con un numero cospicuo di macchine (104) a cui si è aggiunta nel corso del 2019 una rilevante commessa per il Qatar.

Nonostante ciò, già a partire dal 2022, potremo trovarci ad affrontare un calo delle ore di lavoro che impatterà inevitabilmente sulla popolazione aziendale se non si interverrà per implementare le attività.

La divisione Velivoli dopo un periodo turbolento iniziato nel 2010 e che ha visto il personale coinvolto con cassa integrazione e trasferte presso altri siti Leonardo, negli ultimi anni ha ripreso appieno le attività di manutenzione e revisione, addirittura incrementando l’organico e assorbendo una sessantina di dipendenti da Superjet per far fronte alle commesse acquisite (AWACS, C130, C27J). Infatti a oggi i dipendenti della divisione Velivoli possono contare su una commessa di 10 anni con la NATO per la revisione del velivolo AWACS e quella relativa alla manutenzione dei C130 per l’Aeronautica italiana.

Attualmente in divisione Velivoli ci sono un paio problemi che meritano la dovuta attenzione, uno immediato dovuto alla mancanza di spazi/baie per il ricovero dei velivoli interessati e uno nel medio periodo relativo al progressivo invecchiamento delle maestranze senza, allo stato attuale, adeguate politiche di ricambio generazionale. Quest’ultimo aspetto ci preoccupa particolarmente visto e considerato il tempo necessario per formare adeguate professionalità in ambito aeronautico e se non si interviene quanto prima c’è il rischio concreto di disperdere le necessarie competenze per continuare a operare in un settore ad alto contenuto professionale e tecnologico.

E poi c’è la question Superjet International, inizialmente una controllata di Leonardo (ex Finmeccanica) col 51% del capitale e ora “solo” una partecipata con una quota minima del 10%. Attualmente, dopo un “dimagrimento” del personale (circa 60 unità) a favore della divisione Velivoli di Tessera, ci sono 140 dipendenti che svolgono attività di manutenzione, customer support, training e commercializzazione del velivolo Superjet 100 progettato e costruito dalla controllante Russa Irkut Corporation.

La mission di Superjet International è sempre stata la commercializzazione del velivolo, fabbricato interamente in Russia, per le compagnie aeronautiche occidentali. Ebbene i rapporti commerciali e politici con la Federazione russa prima e la pandemia dopo hanno messo in ginocchio questa splendida realtà fatta di eccellenze e professionalità facendo languire le attività al punto tale che i lavoratori e le lavoratrici da un paio d’anni sono soggetti alla Cassa integrazione ordinaria senza che si riesca ad intravvedere, nel breve e medio periodo, un’inversione di tendenza.

Problemi e situazioni diverse che meritano di essere attenzionate nella dovuta maniera senza che venga dispersa l’eccellente professionalità ereditata dalle vecchie OAN (Officine Aeronavali).

Come gruppo dirigente Fiom riteniamo le attività di Leonardo sul territorio un patrimonio difficilmente sostituibile sia per la qualità del lavoro sia per la sua compatibilità ambientale e su questo la dirigenza Leonardo deve mettere a disposizione gli investimenti necessari affinché continui ad esistere questa realtà industriale.

Anche la politica territoriale deve farsi sentire e intervenire nei confronti di un’azienda a controllo pubblico come Leonardo. Non di solo turismo si può vivere sul territorio veneziano, l’industria, soprattutto se compatibile con l’ambiente, ha ancora molto da dire ma questo risultato lo si potrà raggiungere solo remando tutti nella stessa direzione nell’interesse delle maestranze coinvolte e della comunità locale.

Lo dichiarano la Fiom-Cgil nazionale, la Fiom-Cgil di Venezia, le Rsu Fiom di Leonardo e le Rsu Fiom fi Superjet International

Ufficio stampa Fiom-Cgil nazionale

Roma, 19 novembre 2021

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