Gruppo Fenice: no alla gestione unilaterale dell’accordo integrativo. No ai licenziamenti mascherati

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Le dichiarazioni della direzione aziendale che accompagnarono la sottoscrizione dell’integrativo del Gruppo Fenice, siglato nel dicembre scorso, sembravano rivelare con chiarezza l’intenzione di far leva su un sistema di relazioni sindacali avanzato per raggiungere gli obiettivi di consolidamento delle attività industriali e di salvaguardia dei livelli occupazionali.

Il comportamento tenuto in questi mesi, però, smentisce nei fatti quanto espresso a dicembre: affidamenti non rispettati; gestione unilaterale dei diversi capitoli dell’accordo, nonostante i ripetuti rimandi al ruolo negoziale delle RSU; degrado delle relazioni sindacali al livello delle singole unità operative, fino ai “licenziamenti mascherati”.

Nelle scorse settimane, infatti, dopo aver in più occasioni dichiarato non esserci problemi di esubero nell’Unità operativa di Melfi presso la Sata, e a fronte della precisa richiesta della RSU di avviare un confronto sulla riorganizzazione delle attività in ragione delle ricadute del piano di sviluppo dello stabilimento lucano della FCA, senza nessuna informazione preventiva, la direzione aziendale ha comunicato il trasferimento di una lavoratrice, dirigente territoriale della Fiom, in part time dopo l’aspettativa presa per maternità, presso la sede di Chivasso.

Per la Fiom è chiara la strumentalità e l’insussistenza delle argomentazioni “tecnico-organizzative” addotte a motivazione del trasferimento, che danneggia pregiudizievolmente la specifica condizione di lavoratrice madre, contrapponendo il lavoro all’accudimento dei figli. Così come sono chiare le reali intenzioni che lo ispirano: negare ogni spazio di confronto sindacale sull’organizzazione del lavoro, anche quando determina la messa in discussione dei livelli occupazionali, per affermare la gestione unilaterale dell’utilizzo del personale, sovraccaricandolo in nome della riduzione dei costi; colpire in modo emblematico chi, in ragione dei propri convincimenti, partecipa in modo attivo alla vita sindacale aziendale.

La Fiom ha chiesto il ritiro del provvedimento ed assumerà tutte le iniziative necessarie a sostegno di tale richiesta e a tutela della lavoratrice.

Ma la Fiom ritiene anche che questo atto, in tutta la sua gravità, disveli una questione più generale, quella di una gestione unilaterale e burocratico-autoritaria dei contenuti dell’accordo integrativo, che pregiudica in modo sostanziale il sistema di relazioni sindacali nel Gruppo. Nei prossimi giorni sarà convocato il coordinamento nazionale Fiom del Gruppo Fenice per assumere gli orientamenti necessari e le iniziative sindacali conseguenti.

 

Il coordinamento nazionale Fiom Gruppo Fenice

 

Roma, 21 Aprile 2015