FIOM BELLUNO - ACC, conquistate altre 3 settimane di sopravvivenza per lavoratrici e lavoratori

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Dopo l’incontro di ieri con il commissario Castro in cui si è fatto il punto della situazione della ACC, dei fornitori e delle possibili realtà interessate, oggi si sono tenute le Assemblee con le lavoratrici e i lavoratori sfiancati dalle continue giravolte delle cariche di governo sul futuro della loro azienda e dei loro posti di lavoro. 

Infatti non si può che “urlare” che la pazienza delle lavoratrici e dei lavoratori è davvero esaurita: è da 22 mesi (dall’annuncio cinese della dismissione) che queste persone attendono - lavorando sodo e lottando strenuamente - che le istituzioni, cui compete rappresentare e difendere la loro dignità, diano risposte chiare e affidabili, smettendo una volta per tutte i balletti delle promesse, degli annunci, degli impegni andati tutti, sempre a vuoto. Anche queste tre settimane di vita in più, annunciate ieri e confermate per  giugno, le lavoratrici e i lavoratori se le sono conquistate attraverso il loro sudore e la loro fatica,  solo grazie al rispetto e all’ammirazione che sono riusciti a suscitare - per loro e financo per i loro sindacati e per il loro commissario - nei clienti e nei fornitori di tutta Europa. E anche grazie alla Regione, che, sotto l’impulso sindacale, ha messo intorno ad un tavolo la filiera ACC in modo credibile e con parole di verità (senza fare i disastri ministeriali del 23 aprile). Ora è il MiSE a dover parlare, e a realizzare con i fatti qualcosa di tangibile per ACC, cioè fissare la data in cui arriveranno i soldi! Senza dimenticare  il dovere politico e istituzionale che hanno al MiSE di spiegare cosa vogliono fare del progetto ItalComp, della politica industriale per l’elettrodomestico nell’intero Paese e se hanno intenzione di difendere la dignità dell’Italia in Europa, contro i soprusi austro-nipponici (grazie all'intervento del governo austriaco la Commissione Europea ha dato il via libera alla Nidec-Furstenfeld, stabilimento austriaco controllato dalla giapponese Nidec, di produrre il compressore domestico, cosa che in un primo momento era stata negata).

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