Fiom Padova - Presidio “Lavorare per vivere con dignità e non per morire” ricordando Marian Bratu e Sergiu Todita

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 L’iniziativa di oggi “Lavorare per vivere con dignità e non per morire!” è stata organizzata da Fim Fiom Uilm di Padova per ricordare le troppe vittime del lavoro e in particolare il disastro delle Acciaierie Venete che portò alla morte Sergiu Todita dopo qualche settimana e Marian Bratu, morto a dicembre 2018, e ferì gravemente altre due operai della ditta in appalto.

Un anniversario, quello di oggi, che viene sempre ricordato dall’intera categoria per la sua efferatezza e tragicità, ma che quest’anno si tinge anche di triste attualità visto l’incremento di vite che il lavoro sta esigendo in questo periodo, senza risparmiare nessun genere di lavoratore e di lavoratrice nè per tipologia, formazione o età.

Da oggi a lunedì un numero sempre crescente di aziende hanno indetto scioperi in adesione all’iniziativa, e di altre aziende è prevista la conferma: Nuova Lofra, Hairef, Toffac, Pavan, Dab Pumps, Consorzio RFX, Parpas, VDZ, Epta Solesino, HI-PE, ABB Power Grids, Carel Industries, Komatsu, Carraro Drivetech, Aluminium Die Casting, All.Co, ZF, VDC, Minigears, Parker-Hiross, De Angeli prodotti. La posizione dei lavoratori e delle lavoratrici del padovano nei confronti della necessità di migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro e di eliminare le morti sul lavoro è molto importante per capire quanto il territorio sia pronto alla mobilitazione in quanto non c’è alcuna intenzione di far passare sotto silenzio la situazione di inadeguatezza della gestione dello Spisal, perennemente sotto organico nonostante le promesse che da almeno 3 anni riempiono la bocca della politica regionale. 

Una folta delegazione di RSU, RLS, lavoratrici e lavoratori in sciopero hanno preso parte al presidio che si è tenuto in due tappe, prima sotto la sede dell’Inail e poi davanti alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova, sempre nel rispetto dei presidi di sicurezza per il Covid-19. 

Luca Gazzabin, segretario generale della Fim Cisl di Padova e Rovigo: “Abbiamo scelto questi due luoghi perché l'Inail è l’ente che ci risarcisce quando ci infortuniamo, e l'università di ingegneria è il posto dove i futuri ingegneri studiano le tecnologie che permetteranno loro di progettare le macchine con le quali uomini e donne dovranno lavorare. Con questa scelta vogliamo dare un chiaro messaggio: la tecnologia dev'essere in primis a protezione e a servizio dell'essere umano e non solo usata per incrementare la produzione. Volendo fare un’ipotesi avveniristica se si dovesse arrivare, come si dovrebbe, ad infortuni zero e morti zero nei luoghi di lavoro l'Inail potrebbe diventare il primo investitore proprio sulle nuove tecnologie progettate dalle Università per proteggere i lavoratori.” 

Davide Crepaldi, segretario generale della Uilm di Padova: “Tutti gli anni noi metalmeccanici ricordiamo questa giornata importante per la nostra categoria. Purtroppo in queste settimane ci sono stati delle morti particolarmente tragiche nel mondo del lavoro che hanno risvegliato l’attenzione dell'opinione pubblica su una realtà che però è purtroppo quotidiana: quella degli infortuni e delle morti sul lavoro. A tal proposito “Zero morti sul lavoro” è lo slogan che la Uil ha scelto per lanciare una riflessione e per rimarcare l'importanza della cultura del mancato infortunio.” 

Loris Scarpa, segretario generale della Fiom di Padova: “La vicenda di Acciaierie Venete ci insegna, a distanza di tre anni, che nel lavoro quando ci sono delle vittime che non tornano più a casa, la morte non è un sacrificio per il progresso, ma un segnale preciso di peggioramento delle condizioni di lavoro a in cui sono sottoposti lavoratrici e lavoratori. Ribadiamo con forza che non esiste né l’idea di “incidente” né quella di “tragica fatalità” ma che gli infortuni di ogni tipo (dai più gravi ai più lievi) sono legati al deterioramento delle condizioni di sicurezza del sistema produttivo che mette al primo posto il profitto invece che la tutela della vita. L’esperienza del Covid ha insegnato a tutto il Paese che senza chi lavora non si esce né dalla pandemia né si creano le condizioni per progredire. Come sindacato e come lavoratori rivendichiamo il fatto che senza diritti non può esserci lavoro e che gli assetti industriali e i modelli di sviluppo devono essenzialmente essere discussi con i sindacati e con i lavoratori.”

 

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