Venerdì, 19 Aprile 2024

Il 31 luglio 2017 moriva alla Unicka Gezim Haka. A 2 anni dalla tragedia i morti sul lavoro sono in costante aumento

 

 

Due anni fa, il 31 luglio 2017, moriva Gezim Haka, operaio della Unicka di San Giorgio delle Pertiche, colpito alla gola da una scheggia schizzata via dal macchinario che utilizzava da una vita. Un macchinario che potenzialmente avrebbe potuto non essere sicuro, come infatti è stato dimostrato e che dopo la morte di Gezim ha visto istallare da parte della ditta alcuni schermi di protezione.

Nonostante questo però, a ottobre 2018, il tribunale ha sentenziato che l’unico colpevole della morte di Gezim, che ha lasciato una moglie e due figlie, è proprio l’operaio stesso. Fortunatamente il ricorso è in attesa di responso e si spera che la giustizia faccia il suo corso, questa volta tenendo conto di ogni punto di vista.

Mercoledì 31 in ricordo del loro compagno i dipendenti della Unicka osserveranno 10 minuti di fermo dal lavoro e si recheranno sulla tomba di Gezim per stare accanto alla famiglia e per onorarne la memoria insieme ai suoi cari.

Da quel luglio 2017 tanti lavoratori sono morti e sia nel 2017 che nel 2018 il Veneto ha registrato un numero di vittime altissimo. In Italia si è arrivati a 1133 morti sul lavoro nel 2018, di cui 69 in Veneto, arrivata ad essere la seconda regione per incidenti mortali sul lavoro dopo l’Emilia Romagna; mentre nel 2017, anno della morte di Gezim, il Veneto si posizionò al terzo posto con 61 decessi dopo Lombardia e Piemonte, con un totale di 1019 vittime sul territorio nazionale.

Questo 2019 non sta andando affatto meglio e il trend negativo è in netta ascesa visto che l’Inail ha dichiarato 482 morti sul lavoro nei primi 6 mesi dell’anno: il 2,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2018 per un totale di 13 persone in più decedute durante l’orario di lavoro fra gennaio e giugno 2019. Questa cifra è purtroppo già aumentata visto che in questo mese, soprattutto a causa delle alte temperature e delle mancate precauzioni rilevate, sono morti diversi operai, muratori e braccianti in tutta Italia, fra cui neanche una settimana fa Ferruccio Cillo di 67 anni, morto in un cantiere stradale a Pozzonovo, nonostante il tremendo connubio fra tasso di umidità, alte temperature e il non trascurabile dato dell’età, che avrebbe dovuto vederlo già “sicuro” in pensione e non a lavorare per strada sotto il sole delle 11 del mattino.

I morti sono in aumento in questi due anni e, com’è tristemente verificabile dai dati, la situazione va peggiorando e nulla viene fatto né a livello nazionale né regionale per invertire la rotta. L’aumento del numero degli ispettori Spisal promesso da Zaia non c’è stato e contemporaneamente Di Maio ha tagliato i fondi per la prevenzione degli infortuni.

È necessario ripartire dalla sicurezza nei luoghi di lavoro e dalla dignità che è dovuta a lavoratori e lavoratrici anche se oggi più che mai siamo in un Paese dove il lavoro non è più tutelato, dove gli articoli della Costituzione sono continuamente elusi e dimenticati, dal prima parte dell’articolo 1 “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” ai più complessi articoli 35, 36, 37, 38, 39, 40 (vedi note), fino a quello che in questo momento non può riecheggiarci più forte e più disatteso, l’articolo 41“L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”

 “L’attuale sistema produttivo senza alcuna regolamentazione è ormai incompatibile con le condizioni di vita di uomini e donne e, ora, anche con le condizioni ambientali. Noi non pensiamo che questo sia il bollettino di una situazione irrecuperabile, ma questa dev’essere la motivazione che ci spinge e che ci spingerà ad educare per cambiare le attività produttive. Tutte le attività, non solo quelle industriali, devono svolgersi con la finalità di creare un benessere diffuso e non per incrementare il profitto di pochi, aumentando la lotta fra poveri. Chi lavora e chi aspira a lavorare deve avere la possibilità di costruirsi un futuro. Dunque le istituzioni tutte, locali e nazionali, troppo impegnate in campagne elettorali perenni, in competizione le une con le altre, è ora che mettano i piedi per terra e che si impegnino per cambiare la situazione attuale perché tutti hanno diritto sia ad avere un futuro migliore che a lasciare un avvenire positivo per le generazioni future. Pertanto il sindacato, in particolar modo la Fiom e la Cgil, sanno da che parte stare e questo impegno è marchiato a fuoco in ognuno di noi” ha dichiarato il segretario generale della Fiom di Padova Loris Scarpa.

 

Padova, 31 luglio 2019

 

 

Note:

 

Articolo 35 - La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero.

 

Articolo 36 - Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

 

Articolo 37 - La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

 

Articolo 38 - Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera.

 

Articolo 39 - L'organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.

 

Articolo 40 - Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.

 

 

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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