Sicurezza nelle fabbriche ai tempi del coronavirus Fim Fiom Uilm PU

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 Il presidente del consiglio insieme al governo per contenere la diffusione del virus COVID-19 hanno esteso le prescrizioni delle cosiddette “zone rosse “ a tutto il terriotorio nazionale fino al 3 aprile, lanciando una sorta di campagna denominata #iorestoacasa .

  Vietando gli assembramenti anche all’aperto ma consentendo su indicazione di confundustria alle aziende di far lavorare le persone nei capannoni e negli uffici.

 E’ chiaro che la situazione e’ emergenziale e per un certo verso drammatica, e portera’ gravi danni all’economia nazionale, ma pensiamo che prima di tutto venga la salute.

 Infatti rileviamo il fatto che gia’ molte aziende non rispettavano prima delle prescrizioni sul coronavirus le regole sulla sicurezza, diventate più stringenti stringenti con i limiti previsti dal decreto, tra cui la distanza di almeno 1 metro tra le postazioni dei dipendenti che non in tutte le lavorazioni si riescano a far rispettare e con una dotazione di mascherine che in molti posti non sono state consegnate e neppure sono reperibili per acquistarle.

 E’ notizia di ieri che un’importante azienda dove non ci sono relazioni sindacali ha messo in ferie forzate tutti i lavoratori ma non ne sappiamo il motivo, supponiamo solo che ci siano stati dei casi positivi o di quarantena tra i dipendenti.

 Fermo restando la diversità di produzione nelle singole aziende, è giunto il momento di ragionare responsabilmente su come mettere in campo soluzioni oramai necessarie, per garantire quanto più possibile l’integrita’ psicofisica di ogni lavoratore, valutando anche la possibilità di una riduzione al minimo della produzione, fino ad una sospensione momentanea delle attività lavorative nelle molte aziende dove non ci sono le condizioni di sicurezza richieste: considerando che non si producono beni di prima necessità e che, sino a che non verranno presi provvedimenti per ammortizzatori ad hoc, si possono utilizzare quelli già disponibili.

 Rileviamo anche il fatto che molte aziende stanno approfittando della situazione e comandano impropriamente l’utilizzo spropositato delle ferie dei lavoratori invece di aprire l’ammortizzatore sociale .

 Se si vuole veramente fare prevenzione ed evitare l’estensione del contagio bisogna assolutamente mettere in sicurezza tutte quelle persone che per decreto non possono uscire di casa ma posso recarsi al lavoro nei capannoni per poi magari restare un livello di contatto pericoloso!

 I lavoratori questo lo sanno ed e’ per questo che nelle fabbriche il clima e’ teso e rischia di degenerare.

 Se non ci sara’ coerenza nei provvedimenti del governo e nelle misure a tutela dei lavoratori e nei comportamenti delle imprese la situazione rischia di esplodere in modo non piu’ sostenibile

 PESARO 11.3.2020