Per ridare lavoro serve puntare sull’innovazione

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Intervista a Michele De Palma su il manifesto del 5 gennaio 2021 a firma di Massimo Franchi

 

Parte ufficialmente la fusione Psa-Fca. Quali prospettive per i lavoratori italiani?

Le prospettive di Stellantis sono tutte da costruire. C’è un piano di Fca in via di conclusione che prevede il processo di ibridizzazione ed elettrificazione di Alfa e Maserati e il lancio di due modelli: il Grecale su Cassino e Tonale su Pomigliano. Per i lavoratori italiani tutto dipende dal nuovo piano di investimenti. Le prospettive potranno esserci se, a partire da Torino, si torna ad investire sugli enti centrali per ricerca e sviluppo, nella creazione di batterie e nuovi modelli per tutti i segmenti.

 

La pandemia sulla carta ha solo modificato leggermente i termini della fusione riducendo il dividendo straordinario per gli Agnelli da 5,5 a 2,9 miliardi. Ma sul fronte delle produzioni quali rischi ci sono?

Il vecchio muore e il nuovo non è nato, quindi il problema è tutto lì negli investimenti e nel piano di innovazione. La pandemia ha dato un duro colpo ma gli incentivi pubblici hanno attenuato gli effetti. Il “sistema Italia” è in ritardo rispetto a francesi e tedeschi, sia per le scelte fatte dalle multinazionali dell’auto sia dai governi. Manca una politica industriale per la transizione alla mobilità ecologica.

 

È preoccupato per il polo elettrico di Mirafiori? Psa è molto forte su questo campo e poi c’è il grido d’allarme del capo di Toyota sui costi insostenibili di questa tecnologia.

Non credo al grido di dolore del capo di Toyota per i lavoratori. In questi anni i lavoratori e l’ambiente sono stati usati per aumentare i dividendi. C’è in realtà uno scontro industriale e di interesse dei paesi sull’auto, sulle politiche energetiche e delle materie prime. Per tutelare ambiente e lavoratori sarebbe necessario che le risorse europee incentivino la messa in comune della ricerca e progettazione per il futuro della mobilità ecocompatibile e sicura. Per incentivare la riduzione dell’orario visto l’aumento della produttività con la digitalizzazione. Mirafiori deve diventare l’emblema della rinascita, è stato importante l’investimento su 500 elettrica e batterie ma non basta: il futuro è nella ricerca e costruzione delle batterie, fino all’alimentazione a idrogeno.

 

Con Marchionne fu guerra totale. Con Tavares andrà meglio? Riuscirete a farvi ascoltare?

Lo scontro è stato durissimo. Oggi siamo in un altro mondo. La Fiom ha una natura contrattuale, quando c’è confronto i delegati sono capaci di trovare soluzioni ai problemi che garantiscono i lavoratori pur riconoscendo le necessità produttive dell’azienda. Durante la pandemia abbiamo sottoscritto un protocollo con Fca grazie ai delegati in fabbrica. Con il nuovo amministratore delegato, se aprirà ad un confronto, porteremo le nostre conoscenze e proposte.

 

Psa è partecipata dallo stato francese e nel capitale ha anche i lander tedeschi che erano soci di Opel. In Italia invece lo stato è entrato in ex Ilva e ha nazionalizzato Alitalia ma ad Fca ha concesso un mega prestito senza condizioni.

I lavoratori sono stati lasciati soli dai governi che si sono succeduti. Hanno sempre scelto di stare alla finestra, oggi con la nascita di Stellantis il governo ha la possibilità con le risorse europee a disposizione di rilanciare investimenti e innovazione che si tradurrebbero in occupazione. Però siamo l’unico paese a non avere una legge sulla democrazia e partecipazione dei lavoratori. Al presidente Conte proponiamo un accordo per la rivoluzione ambientale e occupazionale del settore della mobilità. Se non ci ascolterà troveremo il modo di farci sentire.

 

Molti, a partire da Giuseppe Berta, preconizzano l’uscita degli Agnelli dall’auto. Per voi sarebbe un problema o significherebbe un sospiro di sollievo?

Noi festeggeremo solo quando cesserà la cassa e vedremo finalmente giovani assunti nei centri di ricerca e nella produzione. La nostra bandiera sono gli interessi di chi per vivere deve lavorare in Stellantis.

 

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