Gli scioperi ignorati e il futuro del lavoro

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L’8 e 9 gennaio scorsi c’è stato il più grande sciopero della storia. In India duecento milioni di lavoratori si sono fermati per protestare contro le leggi sul lavoro che il governo indiano intende varare e che peggiorerebbero ulteriormente le condizioni dei lavoratori a favore della “libertà d’impresa”. Di questo sciopero in Italia non ne ha parlato praticamente nessuno. Come delle proteste dei lavoratori tunisini contro le misure di austerità proposte dal Fondo monetario o degli scioperi generali in Cile e Sudafrica, o di mille altri conflitti sparsi nel mondo. Che sarà anche diventato un “villaggio globale”, ma che resta in gran parte sconosciuto. Almeno su certi temi, visto che il conflitto sociale è tutt’altro che sopito ma basta non parlarne per non farlo esistere.

Tra le richieste dei sindacati indiani – per ora inevase e causa di future mobilitazioni - c’è anche il recepimento delle direttive dell’Organizzazione mondiale del lavoro (Ilo) che garantiscono la libertà d’organizzazione sindacale e quella di contrattazione collettiva. Temi che a noi sembrano elementari diritti ampiamente acquisiti ma che per la grande maggioranza della popolazione lavorativa mondiale sono ancora tabù. E, a proposito, di mondo del lavoro e del suo futuro, l’omonima Commissione dell’Ilo ha elaborato un rapporto che indica l’orizzonte verso cui bisognerebbe indirizzarsi per difendere e ampliare i diritti – e i poteri – dei lavoratori nel mondo: “lavorare per un futuro migliore”, che riproduciamo in allegato insieme alla sua sintesi in italiano.

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