Gente di fabbrica

Stampa

Filomena è entrata in fabbrica a 25 anni. In una fabbrica “speciale”, l'Olivetti. Oggi di anni ne ha 42 e lavora in un call center della Telecom. All'Olivetti di Leinì faceva l'operaia, dopo la trafila di un bel po' di lavoretti precari, perché nel 2000 – quando è stata assunta – si era già nell'era della flessibilità. Oggi, con il dissanguamento dell'Olivetti e la dissoluzione della fabbrica è un'impiegata; ma lei e i suoi colleghi preferiscono definirsi “piegati” e sarebbe una bugia dire che ne sono contenti.

Quella di Filomena è una delle 15 testimonianze raccolte in “Gente di fabbrica. Metalmeccaniche e metalmeccanici nel nuovo millennio” (edizioni Gruppo Abele), libro scritto a quattro mani dalla giornalista del “Sole24 ore” Filomena Greco e dal segretario della Fiom torinese Federico Bellono, con una postfazione della sociologa Chiara Saraceno. Il libro raccoglie le storie, i desideri e i problemi vissuti durante la lunga crisi economica che ha attanagliato il nostro Paese da questi metalmeccanici e metalmeccaniche del torinese, dove la crisi ha colpito pesantemente come ricorda Bellono nella sua introduzione, con 60.000 posti di lavoro persi, perlopiù nella manifattura. E, tuttavia, i quindici testimoni di questo pezzo d'Italia – che tuttora rimane un punto di riferimento della seconda manifattura d'Europa che frutta il 18% del pil nazionale – mantengono la forza di trasmettere esperienze vitali e “forti”, anche quando appaiono – soprattutto a loro – intrise di debolezza e precarietà. Un modo, uno dei pochi rimasti, per combattere la svalorizzazione del lavoro che garantisce il profitto di questi nostri tempi e non rassegnarcisi.

Attachments:
FileFile size
Download this file (17_10_02-zoom_gente di fabbrica.pdf)Gente di fabbrica286 kB