Giustizia per la Palestina, l'Europa è complice di una politica coloniale

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Il voto con cui il parlamento Israeliano ha legalizzato a posteriori la costruzione di migliaia di alloggi su terreni di proprietà palestinese occupati illegalmente da coloni israeliani, viola apertamente ogni principio di legalità internazionale e della stessa costituzione israeliana. Questo atto mostra come ormai la destra israeliana espressione del movimento dei coloni abbia il controllo del Governo e della Knesset e persegua apertamente l'obiettivo della annessione della Cisgiordania, senza più cercare giustificazioni amministrative e/o giuridiche o richiamandosi a motivi di sicurezza nazionale. Non sappiamo se con questo atto da parte di Israele si sia definitivamente persa ogni possibilità di soluzione di pace basata su “due popoli due stati”, di sicuro siamo molto vicini al punto di non ritorno.

Questa aperta rivendicazione della colonizzazione delle terre palestinesi da parte del Parlamento Israeliano, questa sorta di gigantesco “me ne frego” rivolto alle Nazioni Unite, alla Ue e a tutte le diplomazie di quei paesi che ancora parlano di processo di pace e di soluzione “due stati per due popoli” , è la vera novità di questo voto della Knesset.

Nella sostanza si conferma la politica israeliana di sempre, favorire la progressiva occupazione di terre palestinesi e periodicamente approvare la realizzazione di nuovi insediamenti israeliani in territorio palestinese, in spregio dei diritti palestinesi e dei reiterati richiami della comunità internazionale.

Una comunità internazionale la quale ha fino ad oggi tollerato il comportamento israeliano senza mai prendere iniziative efficaci per sanzionare la violazione dei diritti umani e delle risoluzioni Onu, né per chiedere conto a Israele dello stato di aparthaid e discriminazione in cui vive la popolazione palestinese sotto occupazione.

A dimostrare la acquiescenza verso il comportamento israeliano il fatto che la Ue aveva programmato per fine febbraio un incontro del consiglio europeo a livello di ministri degli esteri con Israele per definire un accordo di associazione e per rilanciare le relazioni economiche e culturali fra Ue e Israele. Dopo il voto alla Knesset l'incontro è stato rinviato, anche per l'opposizione di paesi come la Francia, la Svezia, la Finlandia e l'Irlanda, ma dimostra la totale miopia e inadeguatezza della politica europea verso Israele e la Palestina.

Proprio per denunciare questa inadeguatezza e le responsabilità Europee nella situazione di ingiustizia di cui è vittima il popolo palestinese, 250 organizzazioni europee (tra cui la Fiom) hanno messo a punto una dichiarazione/denuncia resa pubblica in questi giorni.

 

In allegato il comunicato stampa che ne illustra i contenuti