Martedì, 16 Aprile 2024

ZOOM. Articoli e commenti

Bologna: i lavoratori contro l'imbroglio dei buoni benzina

IP Buoni benzina

Lo stipendio può arrivare, in parte, anche sotto forma di benzina. E l’incentivo di produttività, invece che nel conto in banca, può finire nel serbatoio. Succede alla Magneti Marelli dove, per effetto di un accordo sindacale che riguarda l’intera Fca, i circa 1.200 dipendenti divisi tra Crevalcore e Bologna potrebbero trovarsi nella busta paga di novembre e dicembre dei buoni benzina da 25 euro da utilizzare nei distributori Ip, fino a un massimo di 250 euro.

Una possibilità prevista dalla legislazione sul welfare aziendale, che prevede agevolazioni sugli emolumenti in natura, come ricorda l’azienda in un comunicato: «L’importo lordo dell’incentivo di produttività indicato sui voucher verrà riconosciuto al dipendente “netto”». Ma la novità non è piaciuta a tutti. Contro l’incentivo in benzina si scaglia la Fiom, che l’accordo non l’ha firmato: «Meno soldi in busta paga equivalgono a minore contribuzione a fini pensionistici», attaccano i metalmeccanici Cgil in un comunicato. «Se si fanno i conti, l’azienda risparmia poco più di 80 euro in contributi pensionistici — calcola il funzionario Michele Bulgarelli — il dipendente invece ne recupera appena 22, sotto forma di benzina».

Per la verità, metalmeccanici e impiegati non sono obbligati ad accettare di essere pagati in buoni carburante. Chi preferisce avere i soldi, può compilare un modulo, distribuito ieri insieme alla busta paga, che gli permette di avere l’incentivo di produttività in denaro come sempre. Basta compilarlo entro il 31 ottobre. «Ma sembra scritto apposta per far sembrare i dipendenti in colpa se lo compilano — ribadisce Bulgarelli — e stabilisce che chi rifiuta il carburante oggi non potrà cambiare idea per tutta la durata dell’iniziativa ». Se invece un dipendente non si rifiuta esplicitamente avrà parte della sua paga saldata in buoni benzina. Ed è il silenzio assenso che fa arrabbiare molti dipendenti: «È la cosa più brutta — attacca Mimmo Lisi, delegato a Crevalcore —. Quando ci fu il terremoto avevamo chiesto a Fca, a livello nazionale, di devolvere un’ora di lavoro per dipendente con il sistema del tacito assenso. Non è stato ammesso, mentre stavolta è stato imposto ».

Secondo un altro delegato, Massimo Monesi, «pochi sceglieranno di accettare i buoni». Anche perché molti, se anche volessero, non potrebbero usufruirne: chi usa mezzi a metano, per esempio, o chi utilizza i mezzi pubblici. E i voucher, spiega la Magneti Marelli nel suo comunicato, «non potranno essere ceduti e dovranno essere utilizzati per l’intero valore nominale senza integrazioni a carico del titolare ». Insomma, chi non ha l’auto non può nemmeno cedere la possibilità di fare il pieno a terzi. E il fatto che si tratti di voucher indivisibili impedisce di sfruttarli anche a chi utilizza mezzi a benzina: «Io utilizzo lo scooter e non riuscirei mai a sfruttarli a fondo neanche se facessi il pieno — ragiona Luca Baroncini, impiegato dell’azienda —. Quindi ho deciso di non aderire a questa possibilità».

 

* Dall'edizione bolognese del Corriere della sera

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

Iscrizione Newsletter

Ho letto e accetto Termini e condizioni d'uso e Informativa sulla privacy