Giovedì, 18 Aprile 2024

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Melfi, nell'indotto scricchiola il modello Fca

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Il Consorzio Acm, costituito dalle aziende dell'indotto di primo livello della Fca di Melfi e tutte a dimensione nazionale e internazionale, ha sottoscritto un accordo separato nel giugno scorso sui livelli occupazionali e il premio di risultato.

Fin qui, nulla di nuovo se non fosse per il particolare che il consorzio afferisce alla Confindustria e che la stragrande maggioranza delle aziende che lo compongono applica il Contratto nazionale di lavoro. Quindi, come si dice, sta con un piede dentro il quadro di relazioni interconfederale e con uno fuori, perché a partire dal sistema di relazioni fa come Marchionne.

Come è facile intuire, l'accordo in questione è anch'esso stato concepito in un confronto non democratico: nessuna consultazione dei lavoratori su una piattaforma, nessun mandato, nessun coinvolgimento durante la “trattativa”, nessun referendum finale.

Alla chetichella hanno sottoscritto un accordo fotocopia di quello Fca sul premio - quindi totalmente variabile e legato agli utili aziendali - che affida alle aziende la definizione delle modalità e degli importi; mentre fa addirittura peggio sulla stabilizzazione degli interinali (circa un migliaio), di cui il Consorzio si impegna a stabilizzarne solo cinquanta entro il mese di ottobre.

La Fiom, tra la fine di giugno e gli inizi di luglio, ha organizzato le assemblee dei lavoratori per discutere con loro la situazione e decidere che fare. Dalle assemblee è emersa con chiarezza che sui punti essenziali dell'accordo separato firmato il 25 giugno (premio, livelli occupazionali, organizzazione del lavoro) non c'è il consenso dei lavoratori sulle soluzioni individuate.

In particolare: sul premio non va bene che siano le aziende a decidere unilateralmente i criteri e le quantità da erogare; sui livelli occupazionali, non ci sono garanzie sufficienti di stabilizzazione per i lavoratori con contratto interinale, nonostante le condizioni favorevoli sul piano produttivo; sull'organizzazione del lavoro, occorre confrontarsi seriamente, sulla base dell'esperienza sin qui realizzata alla luce della salita produttiva, per trovare soluzioni migliorative per i lavoratori e capaci, al contempo, di garantire i volumi produttivi.

Considerata la contrarietà espressa quasi unanimemente dalle lavoratrici e dai lavoratori, la Fiom si è impegnata a mobilitarsi per riaprire la vertenza. E come primo atto ha avviato una raccolta di firme - in corso in questi giorni - rivolta al Consorzio per contestare metodo e merito e chiedere l'apertura di un vero negoziato, questa volta con tutte le organizzazioni sindacali che punti a definire parametri del premio che tengano nel giusto conto la prestazione di lavoro; a trovare soluzioni che migliorino le condizioni di lavoro, peggiorate con la nuova organizzazione legata alla salita produttiva; a definire impegni certi per la stabilizzazione dei lavoratori interinali. In definitiva, per consentire a tutti, attraverso un nuovo accordo, di fare un passo avanti verso soluzioni migliorative le condizioni di lavoro e l'organizzazione delle produzioni.

La Fiom, comunque, ha deciso di sottrarsi alla pratica degli incontri separati, perché lesivi la funzione di soggetto contrattuale che le è propria e di impegnarsi, nel rapporto democratico con i lavoratori, a definire le iniziative a sostegno della vertenza.

In allegato il testo su cui stiamo raccogliendo le firme dei lavoratori del Consorzio.

 

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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