“Modello Lamborghini”: bye bye Marchionne

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Per assegnarsi – con tanto di foto ricordo – il merito dell'accordo alla Lamborghini, Renzi non ha certo atteso il via libera dei lavoratori: uno scatto, un ghigno e via a Melfi a perorare (e “incassare”) il modello opposto, quello Marchionne. Tra mercoledì 27 e giovedì 28 maggio il Presidente del consiglio ha messo sullo stesso piano (quello del sigillo personale) due cose che più diverse non possone essere. A lui va bene così e del resto agli uomini della provvidenza è sempre bastato poco per considerarsi mito: un fotografo a palazzo e qualche cronista al seguito. Ma al di là della propaganda l'intesa alla Lamborghini tra azienda e Rsu (e Fiom) può dirsi valida solo ora, con i 928 sì (e 20 no) su 1104 aventi diritto: un'ovazione, che Renzi se la sogna, per dimostrare come sia ancora possibile produrre automobili in Italia (ma potrebbero essere lavatrici o navi, giusto per alludere aad altre vertenze in corso), senza far pagare a chi lavora il “prezzo della competitività” e la dura legge del mercato, anche nell'era della globalizzazione. Certo, servono piani industriali e qualità dei prodotti, rispetto del lavoro e dei suoi rappresentanti; ma si può. Come ricordano – gongolanti – Alberto Monti e Bruno Papignani, segretari della Fiom di Bologna e di quella emiliana: “ Siamo riusciti a trovare un equilibrio tra le esigenze aziendali e le esigenze dei lavoratori di migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro; tra il rispetto di un percorso democratico per validare l'intesa e l'esigibilità degli accordi”.

Sarà che siamo in Emilia e che si tratta di prodotti ad alto valore aggiunto, ma quel che ne esce è qualcosa di radicalmente diverso – opposto – a quanto è succede da qualche anno nelle fabbriche dell'auto di Marchionne (anche quelle di lusso, come Maserati), descritte come apripista dell'unico modo possibile di fare industria (e relazioni sindacali) del XXI secolo in Italia: una sorta di modello unico, una specie di “fabbrica della nazione” (con sede all'estero), sostenuta dal “partito della nazione” (con fans in ogni sede). Il “caso Lamborghini” merita perciò parecchia considerazione; e di essere visto da vicino.

L'accordo – che recepisce i criteri di confronto tra le parti sociali contenuti nella Carta Volkswagen - permetterà investimenti per 800 milioni (di cui circa 80 pubblici), l'arrivo in Emilia di un nuovo modello (il Suv) e 500 assunzioni. L'intesa riaggiorna l'organizzazione aziendale e del lavoro in tutti i suoi principali aspetti. Ecco le principali voci del nuovo alfabeto Lamborghini.

A come Appalti: Le Rsu e il sindacato di categoria hanno il diritto d'essere informati su tutta la filiera degli appalti e della fornitura per ottenere il rispetto dei contratti nazionali in tutte le aziende fornitrici. L'intesa prevede anche l'obiettivo di superare i subappalti entro la durata del contratto.

D come Diritti individuali: Viene rafforzato il sistema dei permessi individuali e del diritto allo studio, incrementata la quota per la previdenza integrativa e introdotta una settimana di ferie aggiuntiva al compimento del 25.mo anno di anzianità di servizio.

I come Ingresso al lavoro: Per tutte le nuove assunzioni l'azienda si impegna a “pescare” nel “bacino” costituito dalle liste di quei lavoratori che hanno già lavorato in Lamborghini con contratti a tempo determinato o interinali.

O come Orario: L'aumento dell'utilizzazione degli impianti e della produttività non comporta alcun aumento dell'orario individuale di lavoro, né dei turni settimanali.

P come Pre-pensionamenti: Per favorire l'ingresso in fabbrica dei giovani le parti si impegnano a introdurre in Lamborghini, entro il primo anno di vigenza del contratto, un sistema di pre-pensionamenti ispiratro ai modelli usati nel gruppo Audi/VW.

S come Salario: Aumento strutturale delle retribuzioni pari al 5% della retribuzione di un 5° livello metalmeccanico (88,47 euro) in due tranche di pari importo al 1/1/2016 e al 1/10/2017. E' un aumento uguale per tutti, che incide su tutti gli istituti e su 14 mensilità. Al salario fisso si aggiungono le rivalutazioni di tutte le indennità presenti in azienda, a partire da quella per chi lavora sulle linee di montaggio (da 30 euro a 40 euro mensili per 14 mensilità) e l'incremento del Premio di risultato che arriva a un valore medio di 2.500 euro nel triennio 2015-2017.

T come lavoro a Termine: L'utilizzo dei contratti a termine e di somministrazione a tempo determinato non potrà superare il 10% del totale degli assunti a tempo indeterminato. Per i contratti a termine e di somministrazione che non vengono rinnovati è prevista un'indennità di “mancata conferma”. In tutti i casi la durata dei contratti “interinali” che non passano a tempo indeterminato non può superare i 16 mesi.

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