Palestina/Israele. La pace: due popoli, due Stati

Stampa

Il piano per la soluzione del conflitto tra Israele e Palestina, presentato dal presidente degli USA, Donald Trump, non è un piano di pace. Al contrario, potrà solamente produrre ulteriori divisioni, violenze ed allontanare la pace tra i due popoli.

Il piano viola palesemente le risoluzioni delle Nazioni Unite, legittima l'esistenza delle colonie illegali israeliane nei territori della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, espropria ai palestinesi le terre fertili della valle del Giordano. 

Il piano , quindi, frammenta e riduce ulteriormente il territorio palestinese e vuole determinare l'annessione della città di Gerusalemme nello stato d'Israele, lasciando ai palestinesi i quartieri periferici isolati dal muro di separazione, non prevede nessun diritto per la delicata questione dei rifugiati.

Non è con la promessa di finanziamenti che si può togliere ad un popolo il diritto di autodeterminazione, non è con 50 miliardi che si affronta il tema del lavoro e dello sviluppo di un territorio che verrebbe frantumato. Così come non si può imporre la “pace” con scelte unilaterali che privano di protagonismo i soggetti. L’unica strada, torniamo a ripeterlo, è quella del rispetto del diritto internazionale, del dialogo e del negoziato tra le parti, con il concreto sostegno della comunità internazionale, e dei movimenti pacifisti israeliani e palestinesi.

La pace e la stabilità in Israele, in Palestina e nella regione, passano per il riconoscimento dei due stati per i due popoli, con pari dignità, ed in applicazione con le risoluzioni delle Nazioni Unite.

Cgil nazionale

Roma, 30 gennaio 2020

 

In allegato oltre al comunicato Cgil pubblichiamo anche il comunicato della Comunità palestinese di Roma e del Lazio che invita a partecipare al sit in organizzato per oggi dalle 16 alle 18 in piazza Barberini a Roma contro il "Piano-complotto" di Donald Trump