Industria 4.0, note sulla Conferenza Internazionale IndustriAll Global Union

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La Fiom, come pure la Cgil, ha dedicato alle questioni ricomprese sotto il nome di Industria 4.0 diversi momenti di discussione nel corso del 2017 avvalendosi del lavoro di ricrerca della Fondazione Sabattini e della collaborazione di diversi studiosi. I materiali dei convegni di Torino sul futuro del lavoro e di Roma sulla Mobilità sono un contributo importante in proposito e a disposizone di tutti voi sul Sito web della Fiom nazionale.

Anche IndustriALL Global Union, la federazione sindacale internazionale dell'industria sta sviluppando una propria discussione ed elaborazione su questa materia. Il percorso di discussione è stato avviato nel congresso di Rio de Janeiro dell'ottobre 2016 in cui è stato deciso di mettere a punto una posizione ed un piano di azione specifico di IndustriALL GU sulla questione della digitalizzazione dei processi industriali e dell'economia, che vengono definiti come Industria 4.0 e di convocare come primo passo una conferenza mondiale su queste tematiche nel 2017

con l'obiettivo di impegnare le OOSS affiliate in una analisi di questo fenomeno e delle sue implicazioni sul lavoro e sull'occupazione, e di elaborare un piano di azione relativo a come il sindacato possa e debba attrezzarsi per affrontare le sfide e i problemi della digitalizzazione e per promuovere una politica industriale sostenibile.

La conferenza mondiale di IndustriAll su industria 4.0 si è svolta a Ginevra nei giorni 26 e 27 ottobre 2017, preceduta da una riunione preparatoria più ristretta in giugno, e ha visto la partecipazione di oltre 100 rappresentantanti di 60 sindacati da 40 paesi.

 

Nell'aprire la Conferenza il Segretario Generale di IndustriAll Global Union Valter Sanches ha sottolineato che se il cambiamento tecnologico nell'industria non è certo una novità, il ritmo del cambiamento indotto da Industria 4.0 è senza precedenti e i settori industriali in cui operiamo sono già oggi investiti di questo processo, pur con significative differenze fra settori e aree geografiche, e noi, come sindacato globle e sindacati nazionali dobbiamo cambiare per essere adeguati ad affrontare la nuova situazione.

Il punto politico centrale proposto nella relazione introduttiva della conferenza ( svolta da Brian Kohler direttore di Industriall per salute- sicurezza e sostenibiltà) è stato quello del coinvolgimento del sindacato nei processi decisionali che regoleranno i cambiamenti nell'organizzazione produttiva e della società indotti dalla digitalizzazione.

Secondo Kohler la forza che muove Industria 4.0 è la riduzione dei costi e ciò metterà a rischio molti posti di lavoro, c'è quindi bisogno che il sindacato sia coinvolto nelle decisioni al fine di mettere a punto una politica industriale sostenibile per ridurre l'impatto negativo sulla occupazione e per non lasciare che siano solo i più ricchi a trarre beneficio dalle innovazioni di Industria 4.0

Anche le conseguenze sulla condizione di lavoro meritano di essere considerate con attenzione e il sindacato deve far crescere la sua capacità di intervento in questo ambito perché con la digitalizzazione il rischio concreto è che si accentuino i già in atto processi di precarizzazione e bassi salari in particolare per le donne che sono la maggioranza nei settori più vulnerabili, precari e sottopagati.

Anche Francisco Betti del World Economic Forum, nel disegnare un quadro macro economico dell'impatto di Industria 4.0 ha voluto evidenziare l'importanza del coinvolgimento dei lavoratori fin dalle prime fasi per una implementazione con esito positivo della digitalizzazione nelle imprese. La natura di questo coinvolgimento nella impostazione di Betti rimane però unidirezionale e guidato dall'impresa.

Sharan Burrow, Segretaria Generale della ITUC/CSI (la Confederazione Sindacale Internazionale) ha richiamato la necessità di una “Giusta Transizione” che veda la responsabilità delle imprese nel gestire l'impatto del cambiamento sui lavoratori e sulla società, “Gli imprenditori devono operare in un contesto di regole e consenso sociali – in base alle quali sia garantito che paghino le tasse, offrano occupazione sicura e contribuiscano al buon funzionamento dei sistemi di protezione sociale” ha detto Burrow, sottolineando inoltre la necessità di sviluppare una solidarietà attraverso i vari settori industriali per far fronte adeguatamente alle conseguenze di Industria 4.0

Sarebbe troppo lungo (e noioso) dare conto di tutte le numerose relazioni ed interventi , vale però citare l'intervento di Wolfgang Lemb , rappresentante di IG Metall, il sindacato che ha per primo parlato di industria 4.0 e che con più intensità si dedica ad analizzare il fenomeno di Industria 4.0

Lemb, nel confermare la necessità di vedere il sindacato coinvolto nella gestione dei processi di innovazione, ha posto l'accento sulla formazione e sui percorsi di qualificazione e adattamento della forza lavoro al nuovo contesto tecnologico, “ Industria 4.0 richiede anche un Lavoro 4.0” ha detto Lemb, confermando una impostazione a nostro giudizio adattiva che IGM esprime come risposta sindacale al cambiamento derivante dalla digitalizzazione.

Come FIOM siamo intervenuti sia alla Conferenza Internazionale che alla riunione preparatoria, e abbiamo portato il nostro punto di vista su Industria 4.0 e sul ruolo che il sindacato può e deve svolgere per affrontare i cambiamenti in atto e in prospettiva. Come dicevamo all'inizio questa discussione è aperta e solo all'inizio e vi rimandiamo ai materiali citati per un approfondimento su analisi e proposte che anche come fiom abbiamo sviluppato a riguardo.

Sinteticamente il punto di vista e la riflessione che abbiamo voluto portare nella discussione di IndustriALL è stato di avere sempre presente la natura non neutrale del cambiamento tecnologico, e che nel caso dei processi di digitalizzazione siamo di fronte non semplicemente ad impatti occupazionali o sociali negativi da attenuare, ma a processi complessi che modellano e danno forma a nuove relazioni di lavoro e sociali, e che quindi ruolo del sindacato è quello di rappresentare la soggettività del lavoro nel discutere criticamente l'introduzione del cambiamento (che non è“solo” tecnologico) e di esprimere e far vivere il punto di vista del lavoro nella definizione dei processi di cambiamento e innovazione e non solo nella gestione delle conseguenze. Sicuramente un compito arduo anche per un sindacato molto più forte e rappresentativo di quello attuale nel mondo, ma come si usa dire “qui è l'ostacolo e qui bisogna saltare” ed è anche per essere adeguati a questa sfida che dobbiamo essere capaci di cambiare la nostra organizzazione e innovare la nostra cultura politica, sempre restando noi stessi .

La conferenza ha approvato una proposta di piano di azione che è stato sottoposto al comitato esecutivo di IndustriAll Global Union che lo ha approvato con qualche piccolo aggiustamento.

I punti principali del Piano di Azione Di IndustriAll sono:

In allegato il testo completo in Italiano (traduzione a cura di IndustriAll) del piano di azione.

 

Gianni Venturi (Segreteria Fiom-Cgil nazionale)

Stefano Maruca (Ufficio Internazionale Fiom-Cgil)

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