Thales Italia, piano aziendale da bocciare

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Il giorno 25 novembre 2015 si è tenuto presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) l’incontro tra le delegazioni di Regione Abruzzo, Regione Toscana, management di Thales Italia, Confindustria Firenze, Confindustria Chieti/Pescara, Oo.Ss. e Rsu alla presenza del dott. Castano, responsabile dell’Unità per la Gestione delle Vertenze per le Aziende in Crisi.

Al termine del precedente incontro dello scorso 6 ottobre, l’Azienda aveva preso l’impegno di presentare un piano industriale per illustrare quali investimenti fossero previsti in tutti i settori di business di Thales Italia e in particolare per quello della Difesa, per capire il futuro di tali business e dei siti Thales presenti in Italia. Particolare attenzione era riservata al sito di Chieti, dove si concentrano le attività legate al settore della Difesa e nel quale il Personale è in stato di agitazione dal settembre del 2014.

Le aspettative riservate a questo secondo appuntamento, rispetto all’ottenimento di un progetto che dia solide prospettive di sviluppo dell’intera realtà Thales Italia, sono state disattese. L'azienda si è presentata al tavolo con un piano strategico (anziché il piano industriale promesso) dai contenuti insoddisfacenti, soprattutto per quanto riguarda la Difesa.

Riteniamo, importante l’annuncio di voler investire complessivamente 29 milioni di euro nel prossimo quadriennio 2015-2018 ma insoddisfacente il fatto che le strategie, gli obiettivi e le azioni descritte dalle linee guida presentate dall’AD di Thales Italia, Ugo Govigli, non lasciano intravedere un piano che possa rilanciare il business sviluppato sul sito teatino.

La volontà di creare una NewCo nella quale far confluire il personale appartenente al reparto Starmille porterà alla frammentazione della realtà aziendale e del suo know-how, in due entità separate, sottodimensionate e con l’impossibilità di sfruttare le competenze trasversali, soprattutto se non accompagnati da adeguati investimenti ed integrazioni di ulteriori attività da parte di Thales Group sul sito.

La mancata nomina di un Direttore del dominio Difesa ed una struttura commerciale che ha subito diverse defezioni nel corso degli ultimi anni, mai reintegrate, sembrerebbero testimoniare che nulla si sta facendo per lo sviluppo e l’espansione del mercato

L'unica novità è l’identificazione del possibile core-business del reparto RCP: l’Electronic Warfare, ma a condizione che le Istituzioni creino delle opportunità in tale campo.

Inoltre la volontà di non puntare sul comparto “CBRN” appare inspiegabile dato che i prodotti appartenenti a tale filone saranno i più richiesti in futuro, sia nel campo Militare che Civile (alla luce anche dei drammatici eventi a livello internazionale).

Sul fronte istituzionale, la regione Abruzzo, attraverso il Vice-Presidente, ha confermato la volontà di impegnarsi a favore di Thales Italia affinché si possano identificare i necessari stanziamenti governativi per rafforzare le attività esistenti, a patto che vi siano ricadute positive sul sito teatino.

La successiva evoluzione dell’incontro ha portato il Ministero dello Sviluppo Economico, anche su nostra sollecitazione, alla decisione di convocare un tavolo parallelo per affrontare con urgenza ed entro la fine dell’anno, le questioni del sito di Chieti e quindi del business Difesa di Thales.

In considerazione della mancanza di una prospettiva chiara, una precisa collocazione degli investimenti necessari a tutta la Thales Italia ed in attesa di verificare il risultato delle iniziative istituzionali della regione Abruzzo e del Governo rispetto alle risorse che la legge di stabilità 2016 metterà a disposizione per il settore, il Ministero dello Sviluppo Economico ha inoltre preso l'impegno di riconvocare un tavolo sul piano industriale di tutta l'azienda a gennaio p.v.

OO.SS. e RSU accolgono volentieri la decisione del MISE e auspicano che il prossimo incontro sia quello decisivo per ottenere le risposte alle numerose domande relative al futuro del business di Thales in Italia relativamente alle sorti di tutti i siti italiani, ma in particolare delle Lavoratrici e dei Lavoratori del sito di Chieti.

 

FIM, FIOM, UILM NAZIONALI

 

Roma, 15 dicembre 2015