Thales Alenia Space. Rabbia e preoccupazione per la situazione aziendale

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Da troppe settimane siamo in attesa della convocazione dell'incontro sulla situazione aziendale e sulle prospettive industriali ma la Thales Alenia Space ancora non lo ha convocato. Esattamente un anno fa veniva lanciato un allarme dall'azienda per il rischio cassa integrazione per 300 lavoratori. La forte reazione complessiva degli stessi lavoratori, delle Rsu e delle Oo.Ss., ha portato alla risoluzione del problema attraverso l'impegno del Governo al finanziamento del progetto Cosmo-SkyMed, fino a quel momento in fortissimo ritardo.

L'azienda denunciava proprio l'assenza del finanziamento come problema e annunciava invece grandi possibilità per la forte competitività dei prodotti sviluppati e per il buon posizionamento in tante gare per la fornitura di satelliti a livello globale.

Oggi dice che non è così: c'è un problema di prodotto, molte delle gare sono state perse e ancora una volta ci sono problemi sul finanziamento di Cosmo. Il tutto viene aggravato dalle ricadute sui siti italiani delle difficoltà francesi nelle TLC. Ma l'azienda non era ben posizionata? Il prodotto non era competitivo?

Siamo preoccupati e arrabbiati per la situazione aziendale che in pochi mesi è diventata così critica. L'avevamo denunciato che non sarebbe bastato il finanziamento di Cosmo per risolvere i problemi, che in primo luogo doveva cambiare l'azienda (investimenti, spreco di risorse, forniture e attività date all'esterno), che il Governo e Finmeccanica dovevano agire per rivedere il peso nell'alleanza e rendere più autonoma l'azienda dai francesi sul mercato, che è necessario ragionare e acquisire come filiera industriale e non come singole realtà.

Purtroppo oltre i proclami sulla “strategicità” del settore spazio non si è andati e non si capisce come intendono affrontare un problema che, se confermato, potrebbe diventare ingestibile alla lunga (già oggi a molti lavoratori non sono stati rinnovati i contratti di lavoro). Per questo non possiamo più aspettare una convocazione che non arriva e che invece è necessaria per spiegare come e perché si è finiti in questa situazione e quali azioni si intendono portare avanti per risolverla.

Se l'incontro non verrà convocato a breve, valuteremo nei prossimi giorni insieme ai lavoratori e alle altre rappresentanze sindacali tutte le iniziative necessarie per smuovere azienda, Finmeccanica e Governo che, mentre la situazione aziendale si complica, si mostrano inerti e impegnati su altri fronti. Le lotte e i sacrifici sostenuti dalle lavoratrici e dai lavoratori, non possono e non devono essere vanificate dall'inedia e dall'incapacità ad inquadrare complessivamente la situazione.

Anche Finmeccanica si deve svegliare, se ad esempio Avio fosse stata acquisita nel 2014, avrebbe avuto un costo molto più basso di quello attuale e se dopo l'annuncio sulla volontà di rivedere il peso nell'alleanza per tutelare e sviluppare le attività italiane si fosse agito in questo senso, oggi non saremmo in questa situazione. Purtroppo gli annunci senza seguito potranno soddisfare qualcuno ma non risolvono i problemi, anzi li aggravano! E mentre qui si fanno gli annunci, gli altri paesi agiscono e investono, occupando posizioni strategiche sul mercato e negli organismi internazionali.

L'Italia vanta una grandissima storia nel settore fatta di tanti successi, ha ancora un sistema industriale all'avanguardia e possiede sul territorio tutta la filiera industriale. Solo in questo contesto è possibile rilanciare e sviluppare un settore complesso nel quale occorrono grandi capacità di investimento ma che da grandi margini di guadagno e ricadute importantissime sul piano tecnologico per il Paese.

 

Fiom-Cgil nazionale

 

Roma, 23 giugno 2015