Alenia Aermacchi: smentiti gli impegni assunti dall'Azienda per la Campania

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Con l'apertura formale della procedura di cessione dello stabilimento di Capodichino, Alenia Aermacchi compie un atto grave che non tiene in nessuna considerazione la contrarietà dei lavoratori ad un'operazione che, nel suo complesso, se portata a termine, rischia di determinare un ulteriore impoverimento industriale del territorio e grandi incertezze sulle prospettive per la presenza dell'industria aerospaziale in Campania.

Il piano in questione somma la cessione di un asset industriale strategico per il lancio del nuovo velivolo civile da realizzarsi in Campania al trasferimento delle attività di produzione del C27j, uno dei pochi prodotti proprietari nel catalogo Alenia, smentendo gli impegni assunti dall'Azienda per la Campania già penalizzata dal precedente piano industriale.

Come FIOM abbiamo da subito evidenziato gli effetti negativi del progetto dichiarando pubblicamente la contrarietà ad una cessione industrialmente infondata, orientata esclusivamente alla riduzione di costi.

Non vediamo alcun rapporto tra la necessità di favorire la condivisibile nascita del Polo internazionale della manutenzione aeronautica civile e la cessione del ramo aziendale di Capodichino che determinerebbe il trasferimento, nel vuoto di una Newco creata ad hoc, di 178 lavoratrici e lavoratori che oggi lavorano in Alenia e potrebbero e vorrebbero continuare serenamente a farlo anche in futuro.

Grande preoccupazione è stata espressa in merito anche nell'ambito del tavolo istituzionale, coordinato dalla Regione Campania, da tutte le istituzioni coinvolte e dalle OO.SS. confederali e di categoria.

In quel contesto, infatti, si sono analizzate e valutate negativamente l'insieme di iniziative di Finmeccanica e le pesanti conseguenze che le stesse rischiano di determinare sul territorio, sulla scia di quanto già denunciato in merito, da tempo, dalla Fiom a tutti i livelli.

In questo quadro, la FIOM ha condiviso e sostenuto e continuerà a farlo, la totale e ferma contrarietà dei lavoratori al trasferimento conseguente alla cessione del ramo.

Ciò che sta avvenendo è ancor più grave perché si inserisce nella totale mancanza di un piano strategico di Alenia per il futuro.

Sia nel settore civile che in quello militare registriamo la totale mancanza di strategie e investimenti e, anche sul piano dei carichi di lavoro attuali e futuri non c'è chiarezza.

Al contrario, registriamo pericolosi scarichi di lavoro, a partire dal settore militare, per il quale nei mesi scorsi si sono rincorse continue comunicazioni di mirabolanti contratti in realtà mai sottoscritti.

La situazione descritta si inserisce, inoltre, sia in un cambio al vertice di Alenia, le cui conseguenze non sono ancora state chiarite che nell'ambito di una più generale riorganizzazione industriale dell'intero gruppo Finmeccanica sulla quale non c'è ancora sufficiente chiarezza.

Per tutte queste ragioni, come FIOM nazionale confermiamo la totale contrarietà ad un progetto che vede nella cessione di Capodichino la più immediata delle gravi conseguenze che lo stesso progetto può determinare per le persone in esso coinvolte e per le prospettive industriali sul territorio.

Nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee nei siti campani nel corso delle quali si decideranno le specifiche iniziative di contrasto al piano e, come FIOM nazionale, sulla base del mandato del coordinamento nazionale Fiom, decideremo anche le iniziative necessarie per rilanciare un confronto complessivo con il nuovo vertice di Alenia sulle reali prospettive di sviluppo e crescita del settore specifico nell'ambito del piano Finmeccanica.

 

FIOM-CGIL NAZIONALE

 

Roma, 16 aprile 2015