È impressionante assistere a come, nella acquisizione da parte di Fincantieri dei cantieri Stx, il governo francese si sia mosso rimettendo in discussione l'accordo trovato solo poche settimane fa, mentre il governo italiano riesce solamente a balbettare che si troverà una soluzione.
È evidente che in campo c'è una posizione francese chiara e decisa a presidio degli interessi nazionali e dall'altra qualcuno che cerca di capire come uscire dalla vicenda senza pagare un prezzo troppo elevato.
La vicenda è il paradigma dell'assenza di una politica industriale e di una classe dirigente incapace di fare scelte decise e utili al nostro sistema di imprese. Da un lato si lascia Fincantieri operare in assenza di investimenti in Italia, facendo diventare l'acquisizione di Stx una necessità invece che un'opportunità, dall'altra una volta benedetta l'operazione non si fa nulla per difenderla.
Appare assurdo quindi che i francesi si preoccupino che Fincantieri possa portare via know how e lavoro da Saint Nazare: il rischio è esattamente il contrario. Vale a dire che lo stato in cui versano i bacini italiani determini una centralità del bacino francese, soprattutto per quanto riguarda le navi di grandi dimensioni.
Per la Fiom-Cgil è importante che il governo da un lato esprima una posizione chiara e decisa sull'acquisizione a difesa degli interessi italiani e, dall'altro, intraprenda, come azionista di controllo in Fincantieri e come sistema istituzionale, una massiccia dose di ammodernamento delle infrastrutture e dei bacini italiani.
Provare a fare l'operazione senza prendere il controllo del sistema più efficiente e moderno, rischia di diventare un problema per le attività italiane invece di un'opportunità.
Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom per Fincantieri
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 6 giugno 2017