Bonus Ferrari, critiche strumentali della Fim-Cisl alla Fiom-Cgil

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Le dichiarazioni a mezzo stampa del segretario della Fim/Cisl di Modena Claudio Mattiello sul

bonus Ferrari di 5.000 euro a dipendente e di non accettare lezioni dalla Fiom sulla contrattazione, lasciano davvero il tempo che trovano.
Innanzitutto, è ovvio che se i lavoratori ricevono soldi aggiuntivi, le organizzazioni sindacali sono contente, a cominciare dalla Fiom, così come ho già sostenuto precedentemente.
Il problema che pongo è che, se l’azienda è in grado di erogare un premio unilaterale di 5.000 euro, è perché la contrattazione collettiva vigente, fatta da Fim e Uilm, non ha esplorato tutti gli spazi contrattuali di un’azienda che negli ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale.
Mi sembra alquanto fuori luogo, come fa il segretario della Fim/Cisl, sommare quanto percepito per effetto della contrattazione aziendale, con il premio unilaterale dell’impresa, come se anche i 5.000 euro fossero frutto dell’azione sindacale. A meno che, non mi si spieghi che il dottor Marchionne, che ha deciso ed erogato in autonomia tale premio, sia diventato un funzionario della Fim/Cisl !
Trovo anche scorretto pensare che il contratto aziendale sia un fatto esclusivo dei sindacati firmatari del contratto del Gruppo Fiat (CCSL). Il contratto aziendale è un diritto dei lavoratori e come tale dovrebbe trovare un punto di equilibrio tra le proposte di tutte le organizzazioni sindacali rappresentate in Ferrari e successivamente la piattaforma dovrebbe venir votata da tutti i lavoratori.
Ricordo che ad oggi, nonostante persistano differenze fra le organizzazioni sindacali, esiste un tavolo unitario sul contratto nazionale dei metalmeccanici, a cui tutte le organizzazioni, compresa la Fiom, partecipano.

Sul premio di risultato confermo che un aumento nell’ultima vigenza contrattuale di 700 euro di fronte ad un’azienda in forte crescita, che aumenta il fatturato, aumenta la redditività (94 milioni di utile nel giugno-settembre 2015), aumenta le macchine prodotte (a fine 2015 saranno 7.700), è decisamente insufficiente e non può essere paragonato con l’aumento contrattato, anche dalla Fiom, nel periodo sino al 2009, con un’azienda che certamente cresceva, ma non a questi livelli.

Vedi, caro Claudio, la differenza tra la Fiom e la Fim, è che la Fiom è stata esclusa per 4 anni dalla Fiat per decisione aziendale con la complicità dei vostri accordi, mentre la Fim sta scomparendo dalle fabbriche metalmeccaniche modenesi per decisione dei lavoratori attraverso il voto libero delle Rsu, in quanto ad oggi il peso della Fim è abbondantemente sotto il 10%. E questa perdita di rappresentanza, dal mio punto di vista, è frutto anche delle pratiche contrattuali perpetuate in questi anni dal tuo sindacato, non tenendo in giusto conto le istanze e la partecipazione dei lavoratori. E su questo la Fim/Cisl dovrebbe riflettere.

 

Fiom-Cgil Modena

Modena, 14 dicembre 2015

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