Indotto Melfi: divieto d’Assemblea per i precari

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Quando, nel giugno scorso, è stato sottoscritto l’accordo separato tra il Consorzio ACM e le altre organizzazioni sindacali, la Fiom ha espresso un giudizio negativo sulle soluzioni individuate relative al Premio e alla stabilizzazione degli interinali. In particolare, abbiamo immediatamente contestato l’impegno a stabilizzare, entro ottobre, solo cinquanta lavoratori, ritenendo esserci tutte le condizioni produttive per dare alla totalità degli interinali maggiori certezze circa il rapporto di lavoro futuro e sottrarli ai ricatti di chi può rivolgersi loro utilizzando l’argomento della mancata conferma per sfruttarne a proprio piacimento la prestazione lavorativa.

Quando abbiamo organizzato, come Fiom, le assemblee per discutere l’accordo in questione, abbiamo chiesto venissero autorizzati a parteciparvi anche i lavoratori con contratto di somministrazione. Tale autorizzazione non è stata concessa e gli stessi, nonostante il diritto maturato all’assemblea, sono rimasti a lavorare.

Nel frattempo, le categorie sindacali che rappresentano gli interinali – NidiL-CGIL, Felsa-Cisl, Uiltemp - hanno raggiunto un’intesa con le Agenzie che configura la creazione di un “bacino”, composto dagli attuali lavoratori in somministrazione presso il Consorzio, da cui attingere per future assunzioni. Si tratta di un accordo importante che potrebbe costituire la base per un serio progetto di stabilizzazione, anche se graduale, per lo stesso Consorzio.

In queste settimane, per iniziativa delle suddette categorie, si è fatta richiesta di assemblea dei lavoratori interessati in due aziende consorziate, la Lear e la Proma, da tenere nei locali aziendali per favorirne la partecipazione, al fine di illustrare loro e discutere l’accordo sul bacino, oltre che per illustrare le prestazioni ed i diritti derivanti dal CCNL delle Agenzie. Lear e Proma hanno rifiutato tale richiesta, rimandando alle Agenzie l’individuazione di locali “idonei” fuori dai luoghi di lavoro. In tal modo, il diritto acquisito all’assemblea diventerebbe solo formalmente disponibile, ma di fatto sarebbe impedito.

La domanda che dobbiamo porci, però, è la seguente: perché si fa di tutto per evitare che i lavoratori con contratto di somministrazione possano discutere, in una regolare assemblea, di un accordo che riguarda i loro diritti e le loro prospettive occupazionali?

La Fiom pensa che le risposte siano due: perché li si vuole mantenere in una condizione di debolezza, far intendere loro che il lavoro non è un diritto, ma un favore e rendere così più deboli tutti i lavoratori delle aziende consorziate; e perché non si vuol far emergere la verità, cioè che non c’è la volontà di garantire la stabilizzazione per tutti, al di là di ciò che si va dicendo in giro.

PER QUESTE RAGIONI LA FIOM CONTINUERA' A BATTERSI AFFINCHE’ VENGANO GARANTITI I DIRITTI DEI LAVORATORI IN SOMMINISTRAZIONE IN OGNI SEDE E MODIFICATO L’ACCORDO SEPARATO DEL 25 GIUGNO SCORSO, PER GARANTIRE UN GIUSTO PREMIO E DETERMINARE UN SERIO IMPEGNO DEL CONSORZIO ACM ALLA STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI IN SOMMINISTRAZIONE.

 

La Fiom Basilicata

 

POTENZA, 11 NOVEMBRE 2015

 

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