Fiom Belluno - RSU Fiom al 65% nelle aziende metalmeccaniche bellunesi

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Oggi leggiamo con stupore, misto ad incredulità, il pezzo sul Corriere delle Alpi a firma di autore ignoto, nel quale, citando vicende inerenti a diverse aziende metalmeccaniche, tra l'altro senza alcuna contiguità temporale, si afferma che la Fiom sia in una fase di arretramento della sua rappresentanza. Precisando che ogni azienda ha una sua storia sindacale, così come le persone che l'hanno determinata, è del tutto evidente che viene descritta una realtà più che distorta.

La Fiom continua ad essere l'organizzazione maggiormente rappresentata nel comparto metalmeccanico nel bellunese con il 65% delle RSU certificate.

In questi ultimi anni ha conquistato o mantenuto la maggioranza alla Clivet con 5 delegati Fiom e 1 Fim, alla Gavazzi con 2 Fiom e 1 Uilm, alla Hydro di Feltre dove era minoranza ora è maggioranza con 2 delegati contro 1 della Fim, alla Metalba di Longarone ha confermato 3 delegati su 3, così come alla Meccanostampi di Limana, alla IMV di Quero ha eletto 2 delegati su 2, così come alla Forgialluminio di Pedavena, alla Vitec di Feltre, storica roccaforte cislina è stato eletto un delegato Fiom che è risultato di gran lunga il più votato e, per ultimo, la Fiom ha strappato la maggioranza alla Fim alla Edim Bosch di Quero eleggendo 2 delegati su 3 e mancando il terzo per soli due voti.

Inoltre la Fiom ha sottoscritto accordi integrativi con importanti risultati economici e normativi in tutte queste aziende e anche in altre. Ricordiamo, ad esempio, la Eliwell di Alpago in cui è stato firmato un accordo che sancisce l'introduzione del contratto del gruppo Schneider, fortemente migliorativo, per tutti i dipendneti oppure la Clivet dove un contratto integrativo, che mancava da oltre 10 anni, è stato raggiunto oppure la Sest dove l’accordo sul Premio di Risultato ha raggiunto 2.700 euro, cifra mai ottenuta prima oppure la Mitsubishi di Paludi dove grazie alla Fiom si è ottenuto un accordo che ha consentito ai lavoratori di recuperare le somme dei superminimi assorbiti dall'azienda.

Abbiamo sostenuto quasi da soli una durissima battaglia per la difesa e il rilancio di Acc, vertenza che si è chiusa in un modo che noi mai avremmo voluto, senza il mantenimento della produzione dei compressori, produzione storica e fondamentale per la nostra industria manifatturiera, posizione da noi sempre rivendicata. La vertenza si è chiusa con la cessione al gruppo Lu.Ve. con un accordo che, per coerenza, la Fiom non ha firmato, ma che i suoi delegati hanno accettato di firmare per spirito di servizio nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che rappresentavano, ed ora, proprio per essere stati dei delegati sempre in prima linea, sono fra gli esclusi dalla lista dei 150 che rientreranno in azienda!

La Fiom non ha trovato candidati in Sest, questo è vero, ma dopo che non abbiamo firmato l'accordo sull'acquisizione di Acc e i nostri delegati sono stati esclusi da quelli riassunti, quale lavoratore potrebbe pensare di candidarsi con un sindacato in aperto contrasto con la proprietà dell'azienda nella quale lavora?

Siamo perfetti? Questo no di sicuro, nella Fiom si discute anche su posizioni contrapposte nello spirito e nella tradizione della nostra organizzazione, contrariamente ad altre.

Abbiamo qualche criticità sulle quali lavorare? Certo che sì e lo faremo per tornare a rappresentare quei lavoratori e quelle lavoratrici che sono il nostro unico ed esclusivo riferimento.