Fiom Veneto e Belluno - ACC: La lotta non si ferma

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Le 3 manifestazioni di interesse nei confronti dell’ACC di Mel giunte entro il termine di scadenza e descritte dal Commissario Straordinario nell’incontro al MISE del 22 novembre scorso, rappresentano un fondamentale snodo di questa difficile vertenza.

Innanzitutto, perché dimostrano che la realtà industriale di quell’azienda, la determinazione e la competenza dei lavoratori sono considerati elementi importanti, su cui valutare la possibilità di investire, cosa questa sempre rivendicata (spesso da soli) dalla FIOM e dalle sue RSU.

Ovviamente tutti sappiamo che la manifestazione di interesse non significa la soluzione della vicenda, ma piuttosto un avvio di un percorso tutto da concretizzare. Ma altrettanto sappiamo che questa vertenza merita una soluzione positiva e che se questo avverrà sarà tutta da ascriversi alla caparbietà del sindacato (della FIOM locale in particolare) e dei lavoratori.

Da questo punto di vista occorre ricordare che la vertenza ACC, nel tempo, ha assunto aspetti che hanno anche rilevanza generale quali l’aver sindacalmente preteso che il commissariamento non fosse meramente gestionale, ma che, al contrario, si muovesse in un’ottica di valorizzazione industriale, e soprattutto il fatto che con il Governo precedente e con un diverso responsabile del MISE si era immaginato e promosso un vero progetto di politica industriale, che attraverso l’intervento pubblico, prevedeva la costituzione di un polo industriale italiano per la costruzione di compressori (cosa questa importantissima per un Paese in cui insiste un settore del freddo importantissimo, soprattutto alla luce della necessità di accorciamento delle filiere produttive). La costituzione di quel che già aveva un nome: Italcomp, avrebbe comportato non solo l’impiego di 800 lavoratori e lavoratrici di ACC ed ex Embraco, ma anche l’idea che l’uscita dalla crisi si poteva raggiungere anche attraverso un ruolo del pubblico quale promotore e attore diretto di politica industriale.

Al contrario, l’attuale governo e l’attuale ministero guidato dal leghista Giorgetti, in coerenza con l’idea liberista che caratterizza il governo Draghi ed in assenza di alcuna opposizione politica (anche della stessa regione Veneto) ha semplicemente stracciato quel progetto, derubricandolo a semplice chimera.

L’affossamento di Italcomp, assieme alle mai realizzate promesse di sostegno finanziario, indispensabile per la continuità produttiva, oltre aver comportato per ovvi motivi spreco di tempo prezioso, sono state probabilmente anche alla base del diffuso scoramento e disorientamento che per tanti mesi hanno tenuto lontani possibili investitori.

Di fronte a tutto ciò,solo la tenuta e la fiducia del sindacato ed in particolare della FIOM, dei lavoratori e della comunità della Valbelluna, delle amministrazioni locali, della Chiesa con l’accorato appello di Papa Francesco e della politica veneta, così come plasticamente dimostrato dalla grande manifestazione di sabato 13 novembre, hanno creato le condizioni affinché si realizzassero le manifestazioni di interesse.

Come detto è ancora presto per festeggiare, ma di sicuro, quanti confidavano di trasformare all’indomani del 20 novembre, la vertenza ACC da progetto di reinsediamento industriale e di sviluppo occupazionale a chiusura di quella attività, per ridurla a terreno di politiche attive e di ricollocamento in altre aziende, dovrà rivedere i propri piani.

Noi siamo per la salvaguardia occupazionale e produttiva, noi siamo per un progetto industriale che veda la piena e buona occupazione, per questo abbiamo lottato fino ad oggi e grazie alle novità emerse ieri, continueremo a farlo.

 

FIOM VENETO e BELLUNO 

23 NOVEMBRE 2021