Fiom Padova - Italscale: inviata richiesta d'incontro

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Italscale Fusalluminio spa, azienda storica del territorio di Saonara venerdì ha comunicato ai lavoratori che chiuderà il 15 settembre 2017. Una chiusura che priverebbe il territorio di una presenza importante che impiega ben 96 lavoratori italiani e stranieri. Italscale è nata nel 1960 come azienda artigiana per diventare poi, negli anni 80, un'azienda metalmeccanica facendo quel salto comune in quel periodo socio economico, che la portò ad ampliare lavorazioni e assetto. Fra i vari rami la sua specilizzazione si è definita soprattutto nella lavorazione di alluminio per l'automotive, mercato altamente competitivo nel quale è necessario essere tecnologicamente all'avanguardia per non essere fuori mercato e per non produrre al di sotto della soglia di guadagno. Molto spesso la mancanza di competitività a livello tecnologico viene recuperata cercando di potenziare la produttività, aumentando i ritmi e il peso del lavoro sui dipendenti. Ed è purtroppo quello che è accaduto in Italscale perché negli anni non sono stati fatti gli investimenti tecnologici appropriati. Questi buchi tecnologici, sommati alla cattiva gestione dell'azienda hanno fatto il resto, arrivando alla situazione che si sta delineando in queste ore. La mal gestione dell'azienda che grava sui titolari, non più giovanissimi, la mancanza di competenza da parte dei figli subentrati nel controllo e gli errati affidamenti a figure esterne e interne che hanno fatto i propri interessi e non quelli dell'azienda (creando anche parecchi danni funzionali) hanno nel tempo generato sempre più problemi alla sussistenza dell'azienda che, nonostante tutto, ha sempre provato a tener duro, soprattutto grazie all'impegno dei lavoratori.
Nel 2009 l'Italscale subisce la crisi sistemica, riuscendo però a ripartire, nonostante le carenze tecnologiche e organizzative. Questa ripartenza ha creato un ingente difetto economico, incrementato dalle mancate liquidità non più garantite delle banche, portando l'azienda ad essere in gravi difficoltà nel pagamento di stipendi e fornitori. Oltre a questa non semplice situazione gestionale sono arrivati anche i decreti ingiuntivi che non hanno alleggerito le cose, anzi. Un mese fa, per scantonare l'ipotesi di fallimento, la proprietà ha dato in affitto un ramo di azienda e a maggio 2016 avevano provato a fare una cessione di ramo di azienda, cosa però mai concretizzata nei fatti.
Per scantonare il fallimento è stato anche aperto un concordato preventivo in bianco, tuttora aperto, e automaticamente una procedura di mobilità, quella arrivata il 30 giugno ai lavorati, dove la proprietà dichiara anche la cessata attività dell'azienda che dovrebbe avvenire il 15 settembre 2017.
"Sicuramente tutta questa operazione serve per dare spazio ad un ipotetico acquisitore che se eventualmente acquisterà l'azienda lo farà nei tempi e nei modi in cui deciderà, selezionando il personale, come purtroppo accade in questi casi. Se la situazione fosse stata esplicitata in modalità differenti e con il dovuto preavviso avremmo potuto fare ricorso agli ammortizzatori sociali integrativi, come la CIS, perché avremmo potuto mantenere la continuità aziendale. Questo tipo di azioni non ci piacciono per nulla e sono purtroppo noti giochetti che vengono fatti sulla pelle dei lavoratori. Come Fiom siamo intenzionati a combattere con tutte le nostre forze questo tipo di azioni." dice Gianluca Badoer della segreteria della Fiom di Padova "Oggi è stata fatta partire una richiesta per avviare la procedura in attesa dell'incontro. Dopo la conclusione del tavolo in cui ascolteremo la proprietà, saranno valutate con i lavoratori e le RSU tutte le azioni sindacali necessarie per scongiurare la chiusura. Se dovesse essere questo il caso, saremo pronti a mettere in campo tutto il necessario per lottare per e con i lavoratori: dallo sciopero, ai presidi, alle richieste di incontri con la prefettura e con il Ministero dello sviluppo economico."