Sentenza storica del Tribunale di Treviso a favore di una lavoratrice Electrolux di Susegana: riconosciuta la responsabilità dell'azienda per la malattia professionale e condannata al risarcimento del danno differenziale all’operaia di oltre 53.000 euro.
Il danno differenziale è la quota di risarcimento del danno biologico e patrimoniale subìto dal lavoratore per infortunio o malattia professionale, che eccede quanto già indennizzato dall'INAIL, riconoscendo la responsabilità del datore di lavoro per violazione delle norme di sicurezza
Il Tribunale di Treviso, in funzione di Giudice del Lavoro, Dott.ssa Roberta Poirè, ha emesso il 15 giugno 2025 una sentenza di fondamentale importanza che accoglie pienamente il ricorso della operaia della Electrolux Italia SPA, riconoscendo la responsabilità dell'azienda per la malattia professionale contratta dalla lavoratrice e condannando Electrolux Italia SPA al pagamento di un risarcimento del danno differenziale pari a €53.578,76, oltre interessi e spese legali. Questa sentenza è di grande portata e che accogliamo con estrema soddisfazione, rappresenta un punto di svolta significativo per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori Electrolux e segna un precedente fondamentale per future vertenze relative alle malattie professionali, non solo nella multinazionale svedese.
I FATTI
La lavoratrice ricorrente ha svolto per anni mansioni di montaggio di mensole all'interno delle porte dei frigoriferi, attività caratterizzata da movimenti ripetitivi, posture incongrue e impiego di forza, in violazione delle più elementari norme di sicurezza sul lavoro. La lavoratrice aveva manifestato una grave sintomatologia dolorosa, con diagnosi finale di tendinopatia bilaterale della cuffia dei rotatori e sindrome del tunnel carpale bilaterale.
INAIL
L'INAIL aveva già riconosciuto la natura professionale di entrambe le patologie, prima per il tunnel carpale e successivamente per la malattia alle spalle. La sentenza odierna conferma e rafforza questi riconoscimenti, stabilendo in maniera inequivocabile la responsabilità del datore di lavoro per non aver adottato le misure di protezione necessarie a prevenire tali danni.
TESI ELECTROLUX
Il Tribunale ha rigettato le tesi difensive di Electrolux, che contestava il nesso di causa e la sussistenza di colpa, affermando che le malattie muscolo-scheletriche non sarebbero tipicamente lavorative. La sentenza ha invece evidenziato come l'origine lavorativa di tali patologie sia tutt'altro che trascurabile, citando le stesse Linee Guida della Regione Veneto prodotte da Electrolux, e sottolineando come le patologie dell’operaia, rientrino tra quelle la cui origine professionale è di "elevata probabilità" secondo la lista I dell'art. 139 TU 1124/65.
Inoltre, è stato categoricamente escluso qualsiasi fattore alternativo all'attività lavorativa come causa delle patologie. Al contrario, la sentenza ha ribadito che i ritmi di lavoro imposti alla operaia fino al 2017 erano indiscutibili, con l'inserimento di un numero crescente di mensole in meno di un minuto, comportando una "velocità nei movimenti ripetitivi e ripetuti indiscutibile". È stato anche confermato l'impiego di forza per l'incastro delle mensole e la necessità di lavorare con le braccia sopra l'altezza delle spalle, nonostante la presenza di pedane.
IL GIUDICE
Il Giudice ha accolto pienamente le conclusioni del CTU medico legale nominato nel procedimento, il quale ha ribadito la riconducibilità di entrambe le patologie alle mansioni svolte, evidenziando la "ripetuta e protratta assunzione di postura degli arti superiori in elevazione ed abduzione" e "l'applicazione della forza necessaria per afferrare, sollevare le mensole ed effettuare le operazioni di montaggio".
LA SENTENZA
La sentenza ha altresì sottolineato la prevedibilità del danno, già evidenziata dall'indagine dello Spisal del 2017 che aveva individuato un rischio elevato per gli arti superiori nelle postazioni della linea 2, dove la ricorrente aveva lavorato.
La sorveglianza sanitaria è stata giudicata "meramente formale" e la mancata introduzione della rotazione delle mansioni, nonostante la velocità di esecuzione fosse stata addirittura incrementata, ha contribuito al riconoscimento della colpa, per noi grave, del datore e di chi organizza il lavoro, preposti compresi.
ELECTROLUX CONDANNATA
La condanna al risarcimento di oltre 53.000 euro, calcolata applicando le tabelle del Tribunale di Milano del 2024 e includendo un aumento del 20% per il maggior affaticamento lavorativo subito negli ultimi anni, evidenzia la gravità delle omissioni dell'azienda.
LA RSU
Come Rappresentanza Sindacale Unitaria di Electrolux Susegana esprimiamo grande soddisfazione per il risultato conseguito, grazie al fondamentale lavoro di ricostruzione fatto dagli stessi lavoratori con l’appoggio degli RSU/RLS in particolare Morandin Paola e Stefano Granzotto, grande riconoscenza e gratitudine per l’imponente lavoro dello Studio legale Moro di Padova e dell’avvocato Giancarlo e Camilla Cenci, e dell’INCA Cgil di Treviso, soprattutto nelle figure della Valentina Dalle Feste e della Valentina Durante.
IL PRECEDENTE
Un precedente che contiamo aiuti i tanti casi identici presenti in stabilimento che hanno subito o subiscono le conseguenze di un ambiente di lavoro non adeguato. Questa sentenza non è solo una importante vittoria per la lavoratrice, ma per gli altri lavoratori che hanno cause simili in corso e per tutti per quelli che lottano per il diritto alla salute e alla sicurezza sul proprio posto di lavoro.
L’AUGURIO
Ci auguriamo che questa pronuncia serva a costruire nuova coscienza in Electrolux e per tutte le aziende, affinché la tutela della salute dei lavoratori non sia considerata un mero costo, ma un investimento irrinunciabile e un obbligo etico e legale. Continueremo a provare a tutelare e garantire i diritti dei lavoratori al fine di adottare tutte le misure, non solo sulla carta come fanno spesso le imprese, per prevenire infortuni e malattie professionali.
RSU Fiom Cgil Electrolux Susegana