“Siamo molto soddisfatti della riuscita degli scioperi e dei presidi di oggi, i metalmeccanici e le metalmeccaniche veronesi sono in prima linea per riconquistare il proprio CCNL e per rivendicare ciò che chiediamo nella piattaforma: più salario, orario di lavoro ridotto come già sperimentato in più Paesi Europei, migliore gestione dell’alternanza vita/lavoro, più formazione e investimenti in salute e sicurezza” hanno dichiarato stamattina i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm di Verona, Adriano Poli, Martino Braccioforte, Luciano Zaurito
Presidi davanti ai cancelli in Alfa Laval, Franke, Sierra, Littelfuse, Pedrollo, Acciaierie Venete, Fincantieri, Midac, Lincoln, Uteco, Verona Lamiere, Manni, Everel e Prima Power.
Percentuali di adesione: Prima Power 70%, Sierra 90%, 4 stabilimenti Piva Group 80%, Everel 80%, Isopan 95%, Manni 90%, Littelfuse 98% in produzione, Verona Lamiere 80%, Fincantieri 70%, Siapra 90%, Bonferraro 80%, Ferroli 90%, Aso 90%, Acciaierie di Verona 70%, GAP 70%, Acciaierie Venete 70%, Ammann 90%, Franke 100%, Polin 80%, Alfa Laval 70%, Prima Industrie70%, Zanardi 80%, Comac 70%.
“Nella giornata di oggi, poi, non possiamo non rispondere a Massimo Greggio, presidente della sezione metalmeccanici di Confindustria Verona e alle sue dichiarazioni rilasciate alla stampa. Il presidente Greggio insiste sulla disponibilità di Federmeccanica di firmare presto il nuovo CCNL, ma non dice che loro non hanno alcuna intenzione di discutere o “trattare” sulla nostra piattaforma, realizzata sui bisogni reali dei lavoratori e delle lavoratrici metalmeccaniche che noi rappresentiamo, ma che vogliono imporre la loro contropiattaforma come unica base di dialogo, in barba a tutte le consuetudini e le norme, come se noi potessimo accettare un contratto senza aumenti di stipendio, che fonda sul welfare e sulle mancette il riconoscimento economico dovuto ai lavoratori e alle lavoratrici. Anche per noi arrivare alla riapertura delle trattative e alla definizione di un CCNL è importante, ma non intendiamo farlo sulla pelle di milioni di metalmeccanici e metalmeccaniche che hanno votato la loro piattaforma rivendicativa e che in questi mesi stanno scioperando e lottando, rimettendoci il salario, per poter costruire un futuro lavorativo migliore e non peggiore per tutti e tutte loro. Sul salario c’è poco da contrattare, non possono fermarsi alla sola inflazione, il costo della vita necessita di aumenti e visto che gli utili ci sono, gli aumenti di stipendio per i lavoratori e le lavoratrici non possono essere negati. Asserire che gli industriali di Federmeccanica non possono permettersi altro che qualche centinaio di euro in welfare, magari una tantum, è mentire spudoratamente sapendo di farlo. Noi gli studi sui bilanci e sulle analisi degli utili li abbiamo fatti e sappiamo che i soldi ci sono. Loro hanno provato a fare la spesa, pagare un mutuo o un affitto e le bollette con lo stipendio medio di un metalmeccanico di livello C1? Noi non crediamo proprio, altrimenti non sarebbero arrivati a fare certe proposte. Questo loro vittimismo è davvero stucchevole e, soprattutto, irrispettoso verso migliaia di persone che, in questo periodo, non riescono ad arrivare a fine mese, mentre loro elargiscono alle dirigenze stipendi e premi milionari, in molti casi, senza neppure meriti o risultati degni di nota. Sulla formazione, poi, non è vero che è bloccata, ma, semplicemente, senza l’avallo delle organizzazioni sindacali, che non sarà più dato fino alla stipula del nuovo CCNL, sono bloccati i fondi comuni, finanziati anche dai soldi dei lavoratori, ma nessuno vieta alle imprese di fare formazione a proprie spese, se tengono così tanto alla crescita e alla cura dei propri dipendenti. Le organizzazioni sindacali, così come i lavoratori e le lavoratrici da esse rappresentati, devono essere tenute in considerazione e rispettate sempre, in ogni occasione, non solo quando servono.” hanno commentato i 3 segretari generali dei metalmeccanici veronesi, continuando “L’adesione allo sciopero di oggi, poi, sconfessa del tutto, il tentativo di delegittimare la lotta e, soprattutto la consapevolezza di tanti lavoratori e lavoratrici che con la giornata odierna hanno raggiunto le 32 ore di sciopero per il contratto. I lavoratori e le lavoratrici hanno benissimo la cognizione di quello che accade nelle loro aziende, ma sanno anche che, senza aumenti, sono a rischio povertà e non è accettabile che persone con lavori a tempo pieno e indeterminato in settori strategici della nostra industria debbano avere paura di non riuscire a coprire con il loro stipendio tutte le necessità e anche le incertezze che la vita di ogni giorno presenta. Chi lavora deve essere retribuito in maniera dignitosa, così come recita l’articolo 36 della nostra Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.” Basterebbe la conoscenza di questo articolo, un po’ di sano buonsenso e di sana coscienza, oltre al dovuto riconoscimento nei confronti di chi produce realmente profitto, per firmare subito il nuovo CCNL accettando tutti i punti presentati dalle organizzazioni sindacali nella piattaforma rivendicativa a maggio 2024.”