Lunedì, 09 Dicembre 2024

Fiom Belluno: EDIM: Sciopero e presidio unitario Fiom e Fim martedì 26 novembre

Continua la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici dello stabilimento di Setteville dove la Bosch ha comunicato di voler di licenziare trenta operai, a cui se ne aggiungono dieci con contratto interinale, su un totale di 80 presenti in questo momento. Oltre allo stabilimento di Setteville (Quero Vas fino a gennaio scorso) il gruppo Bosch è intenzionato a cedere anche lo stabilimento di Villasanta (in provincia di Monza Brianza). Fra i due stabilimenti, inoltre, si arriva ad un contemporaneo esubero di 160 lavoratrici e lavoratori sui 380 occupati. Il tutto, come sempre, comunicato senza preavvisi di sorta e senza prima provare a pensare ad una strada alternativa.

Per questi motivi e in vista dell’incontro in Regione previsto per il 3 dicembre, la RSU della Edim Bosch di Setteville e le segreterie provinciali di Fiom e Fim di Belluno hanno indetto per martedì 26 novembre a partire dalle ore 11.30 un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento (Via Piave, 34) con in aggiunta 4 ore di sciopero per ogni turno. Alle 12. 30 si terrà, inoltre, una conferenza stampa alla quale prenderà parte il segretario generale della Fiom Cgil nazionale Michele De Palma.

 

“La situazione occupazionale nella provincia di Belluno non è fra le migliori e le condizioni in cui versa l’industria bellunese, con le continue crisi dichiarate in svariati settori, non possono essere ignorate. La Edim Bosch deve tornare sui suoi passi e cambiare le sue decisioni ritirando la procedura. Deve confermare gli impegni assunti fino alla scorsa settimana garantendo sia l’occupazione che gli investimenti necessari a rilanciare la produzione nei due stabilimenti.” dichiarano dalle segreterie delle due organizzazioni sindacali, continuando: “La crisi della componentistica legata al settore automotive è purtroppo una realtà trasversale in tutto il Paese, finanche in Europa, ma non possono essere i lavoratori e le lavoratrici a pagarne il prezzo. Va modificato il sistema di fare impresa e anche ciò che si produce se questo è quello che il mercato chiede e se questo è necessario per salvare dei posti di lavoro. Chiediamo alle istituzioni provinciali, alle forze sociali, ai partiti politici, ma anche ad ogni singola cittadina e singolo cittadino della nostra provincia di sostenere la nostra lotta partecipando al presidio di martedì mattina per salvare le nostre fabbriche, i nostri posti di lavoro e proteggere la tenuta sociale del nostro territorio.” E concludono: “Le iniziative di lotta e di mobilitazione per salvare lo stabilimento e le 40 famiglie interessate dal procedimento di licenziamento collettivo non si fermeranno e continueranno fino a che la multinazionale non accetterà il confronto sulla base delle nostre rivendicazioni.”

 

 

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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