Fiom Venezia - Fincantieri: Proteste e manifestazione per lo stralcio del contratto con Isolfin spa

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Siamo venuti a conoscenza venerdì sera con una telefonata e senza nessuna comunicazione ufficiale, di una decisione unilaterale da parte di Fincantieri di sciogliere il contratto di appalto che aveva con la società Isolfin SpA.
Un comportamento inammissibile che lascia più di 100 famiglie senza uno stipendio e con una forte incertezza del proprio futuro lavorativo.
Da tempo seguiamo la vertenza tra Fincantieri e Isolfin che per incomprensibili “giochi” economici lasciavano in sospeso contratti dei lavoratori assunti attraverso l’agenzia (Humangest) con rinnovi di missioni a volte di settimane, altre di giorni e, solo con nostre forzature, di massimo due mesi. È inaccettabile questo continuo scaricabarile tra chi ha la responsabilità di quanto avviene, riteniamo serva da parte di tutti serietà perché in mezzo ci sono famiglie che vivono con questo stipendio.
Fincantieri è una società di Stato e come tale ha una forte responsabilità sociale, per questo gli chiediamo di sistemare il problema e non di esasperarlo con scelte di questo tipo e metodi inaccettabili.

La soluzione riteniamo non possa essere quella di dare l’appalto a piccole società perché, se fatica Isolfin a star dentro ai costi elevati del momento, ancora di più il problema lo avrebbero società più piccole, salvo che la soluzione non la si trovi su appalti a ribasso che noi contrasteremo.  È chiaro come in un momento dove i costi dei materiali, del lavoro e delle materie prime aumentano, va gestita la situazione con intelligenza con soluzioni adeguate e derivanti a un confronto costruttivo.
Ora siamo di fronte a questa scelta, mai avvenuta prima, di bloccare i cartellini di tutti i dipendenti diretti, di agenzia e anche dei subappalti senza aprire un confronto per capirne le vere motivazioni e trovare le più opportune soluzioni. È chiaro che Fincantieri dovrà continuare con la costruzione delle navi e per questo non accetteremo che il lavoro dei dipendenti oggi a casa sia dato in mano ad altri. Come sindacato siamo indignati da questo atteggiamento, non è possibile che le problematiche tra le società mettano in ginocchio i lavoratori e le loro famiglie e riteniamo che vada trovata subito una soluzione che tuteli i posti di lavoro, le retribuzioni e le condizioni economiche e normative di queste persone attraverso un accordo con le scriventi OO.SS. e di fronte alle Istituzioni che possano garantire continuità a queste persone. Lasciare a casa i lavoratori in questo modo è deplorevole, le persone non sono una merce che si può usare a piacimento e per profitto ma al contrario sono la ricchezza dell’azienda, della società e del Paese e per questo devono essere richiamate subito al lavoro fino ad una soluzione condivisa.
Nei prossimi giorni continueremo a mettere in campo tutte le iniziative a nostra disposizione sia in termini di immagine perché si conosca quanto sta accadendo, sia istituzionali perché ognun possa intervenire per quanto di sua competenza e sia a livello legale per capire se ci possano essere degli aspetti normativi, procedurali da impugnare valutando anche i danni subiti dai lavoratori.

Per tutta la settimana, intanto, si sono tenuti presidi sia davanti Fincantieri che di fronte alla sede dell’Unità di Crisi della Regione Veneto al fine di ottenere un primo incontro utile alla vertenza.

Giovedì 14 settembre, poi, si è tenuta una manifestazione con corteo a difesa dell’occupazione e del reddito per gli oltre 100 lavoratori operanti nell’appalto di Fincantieri di Marghera. Il corteo è partito dall'entrata principale di Fincantieri e poi si è fermato brevemente nei pressi della palazzina della Direzione proseguendo poi per via dell’Atomo, via delle Macchine, via del Commercio, via della Libertà, fino alla rotonda di fronte Fincantieri, e si è fermato davanti alla portineria dello stabilimento.

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