Fiom Torino, La Savio chiede 100 licenziamenti

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La Fiom-Cgil rende noto che ieri, martedì 28 marzo, durante un incontro all'Unione Industriale di Torino la Savio, azienda che progetta, prototipa, produce e commercializza componenti per serramenti (maniglie, cerniere. maniglioni antipanico ecc…) con sede e stabilimento a Chiusa San Michele, ha annunciato che nei prossimi giorni avvierà una procedura per il licenziamento di circa 100 dipendenti (degli attuali 304) visto che dal 2009 ad oggi ci sono stati una serie di sconvolgimenti nel mercato che hanno portato a rendere vane tutte le iniziative messe in campo per trovare produzioni alternative.

Secondo l'azienda i problemi principali in questi anni si sono verificati in Spagna, a causa della crisi caduta del mercato sceso da 12 milioni a 2 milioni di euro, Russia,  prima con la guerra in Crimea poi con la crisi petrolifera che ha portato al blocco del     mercato, Medio Oriente, con minori investimenti in edilizia a causa della crisi del petrolio, e nel settore del fotovoltaico, con il mercato fermo da quando non ci sono più incentivi.

Oggi la Savio ha acquisito un'importante commessa di lavoro con la Cina ma questo non porterà nessun beneficio allo stabilimento valsusino perché la produzione dovrà, secondo quanto dichiara l'azienda, essere fatta in Cina. Nello stabilimento di Chiusa San Michele negli ultimi anni si sono fatte delle mobilità volontarie e si è utilizzato dei periodi di contratto di solidarietà.

Marinella Baltera, responsabile della Savio per la Fiom-Cgil torinese, dichiara: «Da tempo manifestavamo preoccupazione per la situazione della Savio anche se non ci saremmo aspettati esuberi pari a un terzo dei dipendenti visto che l’utilizzo dei contratti di solidarietà toccava meno del 20% dei dipendenti. La Valle Susa è un territorio che negli anni ha perso gran parte della capacità produttiva e questo ulteriore annuncio di perdita di posti di lavoro aggrava una situazione già di per sé molto problematica. Faremo tutti gli sforzi e le iniziative necessarie per evitare di arrivare a licenziamenti traumatici e chiederemo di utilizzare ulteriori ammortizzatori sociali (che sono ancora a disposizione dell’azienda) per aspettare le risposte di mercato ai nuovo prodotti».

Ufficio stampa Fiom Cgil Torino