Salta l’AD di General Electric: incognite e rischi sul futuro del gruppo

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Nella mattinata di ieri General Electric ha comunicato il “licenziamento” dell’AD John Flannery.
E’ la prima volta, nella storia del gruppo, che un AD viene sostituito dopo appena 14 mesi dalla nomina e, soprattutto, è la prima volta che viene nominato AD un “esterno”, Lawrence Culp, a dimostrazione di quanto grave e profonda sia la crisi che attraversa GE.
Nelle settimane e nei giorni scorsi i mercati finanziari, complice anche un problema di ossidazione nel funzionamento delle turbine a gas, avevano sospinto il prezzo delle azioni fino al minimo dal 2009 per un valore del Gruppo che, anche questo per la prima volta, è sceso sotto i 100 miliardi di dollari (nel 2000 valeva 460 miliardi di dollari e 240 nel 2016).
Alla notizia del “licenziamento” di Flannery, gli stessi mercati hanno reagito con un clamoroso rialzo (fino al 15% per poi chiudere a +7%).
Per corrispondere alle attese degli investitori è molto probabile che assisteremo nelle prossime settimane ad una brusca accelerazione delle scelte già decise e, altrettanto probabilmente, anche ad un appesantimento dei tagli industriali ed occupazionali. Le previsioni sugli utili per il 2018 subiranno una riduzione di 23 miliardi di dollari nel settore energetico, oltre i 20 miliardi di tagli previsti dal piano industriale di Flannery.
Il nuovo piano industriale, molto probabilmente, porterà ad una rapida cessione dell’area di business dell’Healthcare, all’attuazione delle decisioni già previste per Baker Huges e a pesanti ricadute su tutto il settore del Power, con legittime preoccupazioni anche sulle prospettive di GE-Avio.
E’ urgente un’iniziativa di Industriall Europa ed Industriall Global Union, insieme al network globale dei delegati di GE, per conquistare un tavolo di confronto con il nuovo AD e valutare le implicazioni del nuovo piano industriale.
E’ altrettanto urgente che si abbatta il muro di assordante silenzio attorno alle scelte di GE anche da parte dell’UE e del Governo italiano che non possono assistere da semplici spettatori ad una traiettoria che sta portando il gruppo a scaricare, in particolare sull’Europa e sull’Italia, i rischi industriali ed occupazionali della propria crisi.
La FIOM è impegnata a lavorare perché si arrivi rapidamente ad aprire un confronto con il Gruppo e con le Istituzioni.
Nei prossimi giorni valuteremo la possibilità di convocare una riunione nazionale dei nostri delegati negli stabilimenti italiani di GE.

Segreteria nazionale Fiom- Cgil

Roma, 2 ottobre 2018