Raggiunta una ipotesi di accordo quadro per ABB: la parola ora ai lavoratori

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Con l’incontro ed il Verbale siglato ieri 27 giugno al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) e l’Ipotesi di accordo quadro di venerdì 24 giugno in Assolombarda si è concluso il negoziato sulla riorganizzazione del Gruppo ABB in Italia.

Nel Verbale del MISE l’Azienda ha aderito alla richiesta di Fim, Fiom, Uilm e del Coordinamento sindacale unitario rispetto a:

Nello specifico per Vittuone:

Il Verbale contiene inoltre che il tavolo al MISE rimane aperto per una verifica periodica a richiesta delle Parti, sui siti di Vittuone, Sesto San Giovanni e Lodi.

Importante l’Ipotesi di accordo quadro definito in Assolombarda venerdì 24 giugno che definisce i nuovi criteri per affrontare i problemi occupazionali presenti e futuri del Gruppo ABB in Italia che sostituisce ed innova le precedenti intese di Gruppo a fronte delle consistenti variazioni intervenute nel quadro normativo (riduzione degli ammortizzatori sociali, allungamento degli orizzonti previdenziali).

Dopo una disamina dei Piani Industriali presentati da ABB relativamente alle diverse BU, e al consolidamento della presenza a partire dai siti oggetto dei ridimensionamenti più pesanti (Vittuone, Sesto S.Giovanni e Lodi) l’ipotesi di accordo, a fronte di eccedenze occupazionali per complessive 351 unità (173 relativamente alla WCP, 150 sul sito di Vittuone per riallocazione delle produzioni fuori dall’Italia e 28 a Lodi per riequilibrare una difficile situazione di bilancio) impegna l’azienda a:

In particolare, rispetto all’utilizzo di questo strumento, la mobilità/Naspi di accompagnamento alla pensione è utile precisare che gli aggiornamenti sono stati di notevole entità.

Il mutato contesto, la riduzione e trasformazione degli ammortizzatori sociali, la riduzione delle possibilità di intervento della CIGS, il superamento della mobilità classica e la sua sostituzione con la Naspi, ha di fatto limitato fortemente gli strumenti di accompagnamento alla pensione precedentemente condivisi negli accordi di gruppo.

Se prima il trampolino verso la pensione era lungo 5 anni, 2 anni di CIGS e 3 di mobilità, oggi la leva era ridotta ai 18 mesi di mobilità rimanenti. Un trampolino decisamente troppo corto per affrontare efficacemente le eccedenze che ABB denunciava nel suo attuale piano di ristrutturazione.

La trattativa ha colmato questo gap, costruendo un “ponte di accesso alla pensione anticipata” con costi a totale carico dell’azienda.

Per gestire questo processo riorganizzativo l’Ipotesi di accordo ha ben temperato gli effetti di allungamento degli orizzonti previdenziali prodotti dalla legge Fornero, consentendo concretamente alle persone di accedere alla pensione anticipata fino a 5 anni e mezzo prima della maturazione del diritto di accesso senza riduzione del reddito pensionistico atteso.

Gli effetti dell’accordo quadro sono applicabili a tutte le LBU (local business unit) interessate dalle problematiche occupazionali, nonché agli interi siti produttivi di Vittuone, Sesto San Giovanni e Lodi, attraverso il perfezionamento, come di consueto, di intese applicative locali.

La collocazione in mobilità è finalizzata al raggiungimento dei requisiti di pensione per cui verranno collocati in mobilità/Naspi tutti coloro che maturino il diritto alla pensione entro il 31.12.2021.

Per garantire l’accesso alla pensione anticipata senza penalizzazioni, l’azienda corrisponderà :

E’ stata inoltre sottoscritta una clausola di garanzia che potremmo definire “anti esodati” che impegna ABB, in caso di variazioni del quadro normativo di riferimento (aumento del periodo contributivo necessario, aumento del carico contributivo, eventuali penalizzazioni nell’entità del trattamento) a compensare le perdite patrimoniali ed integrare i periodi mancanti.

In caso di uscita volontaria incentivata l’indennità di accompagnamento è stata fissata a 20 mensilità (negli accordi precedenti erano 16) che verranno comunque corrisposte anche a coloro che dovessero decidere di avvalersi, dopo l’uscita, del servizio di outplacement.

A quest’ultimo servizio si potrà accedere anche in costanza di rapporto di lavoro e, nel caso la lavoratrice/il lavoratore trovino, attraverso le attività di outplacement, una ricollocazione esterna di loro gradimento, al perfezionamento dell’uscita verrà comunque loro corrisposta una indennità di 15.750 €.

Per supportare le ricollocazioni interne al gruppo, sono state previste indennità di trasferimento pari a 200 €, in aggiunta alla fruizione dell’eventuale servizio di trasporto esistente o istituendo.

Dopo una fase problematica, caratterizzata da una profonda involuzione delle relazioni sindacali del Gruppo, dopo le procedure unilaterali attivate dall’azienda l’Ipotesi di Accordo ed il Verbale del MISE ripristinano antiche tradizioni che hanno sempre comportato una capacità di soluzione condivisa dei problemi, anche nelle situazioni più difficili.

L’intesa che ha sicuramente costi rilevanti per l’azienda può permettere di trovare soluzioni condivise che non escludono l’intervento di strumenti conservativi dell’occupazione quali i contratti di solidarietà, garantendo un accesso anticipato alla pensione con una tutela integrale del reddito ed una integrale copertura delle contribuzioni mancanti.

Nei fatti :

Le intese raggiunte, nel loro complesso sono valutate positivamente da Fim, Fiom e Uilm nazionali e dal Coordinamento nazionale del Gruppo ABB.

L’ipotesi di accordo sarà fatta oggetto di assemblee informative entro la prossima settimana e, come da prassi consolidata all’interno del Gruppo ABB, oggetto di un referendum nei giorni 11 e 12 luglio.

 

Fim Fiom Uilm Nazionali

Coordinamento Nazionale Fim, Fiom Uilm di ABB Italia

 

Roma 29 giugno 2016