La FIOM a Parigi per protestare: da noi pochi investimenti

Stampa

«A questo punto se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna», dice  il segretario della Fiom-Cgil, Michele De Palma.

In che senso?«Che il 2 giugno la Fiom sarà a Parigi-Poissy con una delegazione di  lavoratori di Stellantis provenienti da tutti gli stabilimenti italiani. Partiremo con i pullman da Torino e arriveremo sotto la sede della società per chiedere subito un incontro con il management e programmare un confronto con l’amministratore delegato, Carlos Tavares perchè vogliamo raggiungere un accordo quadro con il contributo anche del governo per il rilancio in Italia».

La situazione è così grave?

«Veniamo da scioperi spontanei dei lavoratori, che nelle scorse settimane hanno fermato le linee di produzione a Pomigliano e Mirafiori, che come Fiom abbiamo coperto. Ma dall’azienda non è arrivato alcun segnale. Non lasceremo soli i lavoratori che denunciano il peggioramento delle condizioni di lavoro e la mancanza di investimenti. Non a caso la nostra iniziativa la faremo nella festa della Repubblica fondata sul lavoro».

Cosa chiedete?

«Tavares dice che il problema degli stabilimenti italiani è l’efficientamento per ridurre i costi. Noi diciamo che l’efficientamento si fa a partire dall’aumento dei volumi produttivi. Invece oggi siamo scesi a 500mila vettura l’anno e l’efficientamento Stellantis lo fa perfino risparmiando sulle pulizie degli stabilimenti e dei bagni, uno dei motivi che hanno determinato le proteste spontanee dei lavoratori. Se questa è la situazione e se in Italia non c’è, a differenza degli altri Paesi, un tavolo sulla transizione green dell’automotive non dobbiamo stupirci se poi Stellantis gli investimenti sulle gigafactories per la produzione di batterie elettriche lì fa negli Stati Uniti e in altri Paesi ma non in Italia».

Ma allora dovreste andare a manifestare a Roma.

«Una cosa alla volta. Il piano industriale lo deve fare Stellantis, il tavolo dell’automotive il governo. Per ora  siamo agli annunci. Prendiamo la gigafactory che si dovrebbe fare a Termoli: manca l’accordo sulla transizione, che significa ammortizzatori e formazione per gestire il passaggio alla nuova produzione».

Andrete a Parigi da soli, senza gli altri sindacati. Così non siete più deboli?

«Per la Fiom è importante stare coi lavoratori che si sono fermati e hanno manifestato negli stabilimenti gridando “dignità”, “dignità”. Veniamo da un triennio in cui sono usciti 7mila lavoratori e non ci sono state assunzioni per il necessario ricambio in vista della transizione tecnologica. Di conseguenza l’età media dei lavoratori è aumentata. Lavoratori che subiscono un peggioramento delle condizioni di lavoro, con un uso esasperato della flessibilità, scaricata sempre su di loro».

Il presidente Sergio Mattarella ha incontrato qualche giorno fa il presidente di Stellantis, John Elkann.

«Spero arrivino segnali positivi. Oggi Torino è la provincia dell’impero rispetto a Detroit e Parigi e da parte di Stellantis vedo un totale disimpegno dall’Italia».

Tags: , , ,