Giovedì 12 marzo si è svolto presso Assolombarda il primo incontro relativo alla procedura di licenziamento collettivo avviata da Alcatel-Lucent Italia il 20 febbraio scorso.
Le organizzazioni sindacali FIM FIOM UILM hanno invitato l’azienda a ritirare la procedura di mobilità e a concordare, come in passato, un utilizzo di ammortizzatori sociali che permetta di proseguire nella ricollocazione interna ed esterna dei lavoratori oggi in CIGS.
L’azienda da un lato dichiara che alcuni ammortizzatori sociali (CIGS) non sarebbero più disponibili, dall’altro che non intende utilizzare altri ammortizzatori sociali che invece potrebbero essere fruibili da ALU (p. es. cassa integrazione ordinaria o cassa integrazione in deroga).
Le OO.SS. FIM FIOM UILM e il Coordinamento Sindacale hanno quindi deciso di avviare una verifica presso il Ministero del Lavoro sulla concreta disponibilità di ammortizzatori sociali.
L’azienda ha dichiarato che intende incentivare le uscite con un importo economico inferiore a quanto pattuito nell’accordo di mobilità volontaria in vigore sino a fine 2014.
E’ evidente che ci troviamo di fronte a un atteggiamento inaccettabile della direzione italiana, che ostacola la ricerca di una soluzione condivisa. Venerdì 13 si è svolto presso il Ministero dello Sviluppo Economico il primo incontro relativo alla procedura di cessione di ramo d’azienda per 29 lavoratori verso SESA NV. Prioritariamente le segreterie nazionali e il Coordinamento sindacale hanno chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di supportare la ricerca di soluzioni alternative ai licenziamenti.
Nello specifico della cessione di attività, le società hanno dichiarato che c’è un accordo di tre anni, che coprirebbe un volume di lavoro decrescente nel triennio.
Il quadro della società SESA NV non è per nulla rassicurante: è in atto una CIGS per un massimo di 110 persone, senza anticipazione del trattamento economico da parte dell’azienda; la società presenta inoltre un forte indebitamento, in parte compensato da crediti verso clienti, e il piano industriale complessivo è alquanto vago.
Inoltre le attività che verranno cedute da Alcatel-Lucent non sono tali da garantire un carico di lavoro adeguato nel medio periodo. Si è ritenuto comunque di proseguire il confronto alla ricerca di una possibile soluzione condivisa, che deve necessariamente vedere solide garanzie occupazionali per i lavoratori coinvolti dalla cessione, oltre ad un’armonizzazione contrattuale che tuteli le condizioni economiche e normative in atto. Il confronto con ALU e SESA proseguirà in sede tecnica il 20 marzo, presso Unindustria a Roma.
A seguito di voci sempre più ricorrenti, riguardanti la possibile cessione dello stabilimento Alcatel-Lucent di Trieste, le segreterie nazionali hanno chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di effettuare le opportune verifiche, in quanto si tratterebbe di un’operazione (non prevista nello Shift Plan) che avrebbe conseguenze gravissime per la presenza industriale ed occupazionale di ALU in Italia. I fatti concreti contraddicono le altisonanti dichiarazioni di Michel Combes (CEO di ALU) secondo cui l’Italia “per noi è un luogo strategico”.
Fim Fiom e Uilm ritengono gravissimo l'atteggiamento di Alcatel Lucent. Nelle prossime settimane proseguiranno le iniziative di mobilitazione e sono proclamate ulteriori 4 ore di sciopero, che verranno articolate nei territori per sensibilizzare le istituzioni, al fine di evitare il concreto rischio dei licenziamenti e dell’ulteriore impoverimento della presenza di ALU nel nostro paese.
FIM FIOM UILM Nazionali
Coordinamento sindacale Alcatel-Lucent
Roma, 16 marzo 2015