"Dall’incontro di ieri è emerso che il Governo non dà le garanzie che chiediamo ormai da tempo. Per noi l’unico modo per risolvere strutturalmente il problema delle risorse è che lo Stato gestisca direttamente l’ex Ilva, in questa fase di ripartenza e di emergenza, mettendo in campo gli investimenti necessari in tutti gli stabilimenti, per garantire la continuità produttiva, il piano di decarbonizzazione, l’occupazione e la tutela dell’ambiente, non ci sono scorciatoie. Lo chiediamo convintamente da tempo.
Il Governo ha annunciato che farà ancora un nuovo decreto Ilva stanziando le risorse fino a quando non verranno sciolti il nodo dell’iter autorizzativo dell’AIA e dell’accordo di programma. Per noi i tempi sono lunghi e comunque più lunghi di quelli annunciati dal Governo, è per questo che non si può continuare con iniziative tampone. Serve una svolta e non sulla pelle dei lavoratori: diretti, di Ilva in AS e dell’indotto.
È del tutto evidente che l’incontro di ieri dovrà essere ulteriormente aggiornato con un nuovo confronto che approfondisca i contenuti del piano di ripartenza alla luce della situazione attuale e quindi le conseguenti risorse finanziarie necessarie, prima di ogni altra discussione.
Il punto che abbiamo posto al Governo è che noi siamo di fronte al fatto che lo stabilimento di Taranto va avanti solo con l’altoforno 4 e rischia di non essere in grado di rifornire tutti gli altri 8 stabilimenti tra cui Genova, Novi Ligure e Racconigi e necessita di interventi urgenti, pertanto le persone non possono essere lasciate in cassa integrazione senza prospettiva.
In merito alla trattativa con Baku Steel non ci sono stati dati elementi nuovi o particolari, se non il fatto che è in corso; comunque, per noi è chiaro che un’azienda come l’ex Ilva e nelle sue attuali condizioni non può essere venduta. Per questo va assicurata la continuità dal punto di vista della produzione, dell’occupazione, della salute e sicurezza e della decarbonizzazione.
C’è una condizione di instabilità, rischiamo che si determini una bomba sociale ed ambientale e per tali ragioni che si rende necessario una soluzione dove ci sia un intervento dello Stato oltre l’amministrazione straordinaria”.
Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale.
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 10 giugno 2025